Rallentano i tempi d’uscita del vaccino anti-Covid in Italia e nel mondo, a seguito dello spiacevole episodio avvenuto a seguito della somministrazione su un volontario. Il viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, a “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus”, ha rivelato che in Italia non arriverà entro fine anno.
Queste le sue parole: “Sul vaccino sono ottimista, ma sono anche realista e dico che non vi sarà prima della metà del prossimo anno.”
La situazione è precipitata a seguito della probabile reazione avversa riscontrata in uno dei partecipanti al test per il vaccino di Oxford-Pomezia. A quel punto, la società farmaceutica AstraZeneca ha sospeso la sperimentazione. Alcuni esperti hanno motivato l’accaduto, ritenendo che non vi fosse alcun pericolo: di norma lo sviluppo di un vaccino necessita di 5 anni proprio per valutarne ogni sfaccettatura.
“Serviranno molti mesi. Credo che il prossimo anno avremo ancora la necessità di doverci proteggere, con le misure di sicurezza che stiamo osservando. La normalità si avrà qualora il virus dovesse mutare in una forma a noi favorevole, oppure quando raggiungeremo un’immunità di gregge. Ma con i numeri che abbiamo servirebbe tempo, quindi rimane la chance del vaccino.”
“Non dimentichiamo che il virus colpisce severamente anziani e persone con patologie pregresse. Sono loro che dobbiamo proteggere finché il virus circola” – prosegue Sileri.
Stessa sorte per il resto del mondo che, stando al parere dei ricercatori dell’Oms, dovrà aspettare almeno fino al 2022 per il vaccino.
Intanto, oltre al vaccino anti-Covid, in Italia è in corso il dibattito sulla presunta riduzione della quarantena. L’idea è di diminuire il periodo di isolamento obbligatorio per i contatti dei positivi al Covid-19, portandolo da 14 a 10 giorni. Di qui, il parere contrastante dell’Oms.