La Lega di Matteo Salvini affonda al Sud e in particolar modo in Campania. Percentuali disastrose che affossano il progetto leghista di nazionalizzare il partito con chiara matrice settentrionale. Eppure “il capitano” aveva investito molte risorse, spendendosi in prima persona durante la lunga campagna elettorale con numerosi comizi tenuti nel meridione. Le piazze però preannunciavano il fallimento, con tantissimi oppositori a manifestare il dissenso nei confronti della Lega Nord. E’ nella provincia di Caserta dove la lista padana raccoglie il maggior consenso popolare con una percentuale del 9,27%. Ma è lo score in tutta la provincia di Napoli ad affossare le velleità di Salvini che racimola un misero 4,11%.
Nonostante tutto in alcuni comuni riesce nell’impresa di accaparrarsi la maggioranza dei voti, sebbene il bottino risulti misero per i pochi cittadini chiamati al voto. In tre cittadine la Lega supera il 40% dei voti, due nella provincia di Salerno e uno in quella di Avellino. Il primato della città più leghista della Campania se lo aggiudica il comune di Roccagloriosa dove Salvini tocca la metà dei voti totali con una lusinghiera percentuale del 49,35%.
Roccagloriosa è un comune della provincia di Salerno di circa 1600 abitanti che si affaccia sul Golfo di Policastro. La ragione dell’affermazione di Salvini sta tutta nel seguito di voti dell’ex sindaco Nicola Marotta che nel 2013 vinse le elezioni con una lista civica. Nel 2015 aderisce alla Lega sbalordendo un po’ tutti, recandosi al raduno di Pontida.
Un flop per la Lega che nel pieno del consenso popolare non sfonda al Sud ed anzi prende schiaffi da tutte le parti. Il risultato complessivo nella Regione Campania parla di 48.000 voti di cui 12.000 nella città di Napoli. La Lega in Campania praticamente non esiste.