Ricciardi (OMS): “Pronto soccorso senza percorsi separati. Con l’influenza sarà caos”
Set 29, 2020 - Federica Ummarino
Covid-19, questione apertura degli stadi. Ancora lungo e accesissimo il dibattito sulla riapertura o meno degli stadi. A parlare a Sky Tg24 è Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Oms e consulente del ministero della salute. Ricordiamo che è di ieri la notizia di un altro suo intervento secondo il quale il Lazio e la Campania sarebbero a rischio peggioramento tra due settimane.
“Come consiglieri e tecnici, con questa circolazione del virus abbiamo privilegiato la riapertura delle scuole, rimettendo in circolazione 10 milioni di persone all’interno di ambienti chiusi, ma non è pensabile aprire a migliaia di persone negli stadi”. Questo uno stralcio della sua intervista. Pensiamoci su, se tantissime scuole a neanche due giorni dall’apertura stanno chiudendo, figuriamoci negli stadi cosa può succedere. Questi ultimi infatti hanno una capienza di molto superiore a quella degli edifici scolastici. Quindi, il rischio è maggiore.
“Ora non è pensabile, sarà pensabile se effettivamente continueremo a tenere la circolazione del virus sotto controllo. Non possiamo riaprire gli stadi a migliaia di persone, non ci possiamo permettere di abbassare la guardia”. Perdere di vista l’attenzione in questo periodo potrebbe infatti risultare fatale. Basti pensare alle tantissime persone che si sono recate nei locali o comunque in posti dove l’ingresso è consentito a una moltitudine di gente e, purtroppo, hanno contratto la malattia. Per gli stadi il discorso è lo stesso.
Durante l’intervista viene posta l’attenzione anche sulla questione “secondo lockdown”. Ricciardi a tal proposito dice: “È iniziata la seconda ondata? In realtà non è mai finita la prima. È ancora la prima ondata, che di fatto viene chiamata seconda solo perché corrisponde a una nuova stagione, ma la pandemia è sempre quella”.
“Il problema non è la terapia intensiva ma sono le terapie subintensive, il rafforzamento dei pronto soccorso con percorsi separati e il rafforzamento degli ospedali Covid. Su questo il Paese è a macchia di leopardo, ci sono delle Regioni che sono pronte e altre che sono in ritardo. Ci sono ancora dei pronto soccorso che non hanno i percorsi separati. Questo, quando ci sarà la pressione dell’influenza e contemporaneamente quella della paura del Covid determinerà che queste persone arriveranno in un unico flusso, determinando il caos”. Prosegue fornendo un importante spunto di riflessione. Se negli ospedali scarseggiano le risorse, è normale che si prospetti in alcuni casi un collasso.
In tanti sperano che non ci sia nuovamente la chiusura di tutto, altri la auspicano. Inevitabili perdite economiche porterebbero il nostro paese in una crisi ancora più profonda della precedente. Sottovalutare gli altissimi rischi per la nostra salute in ogni caso non è la via giusta, anzi.