I funerali del bambino morto a Napoli si sono svolti nella Chiesa di Santa Chiara, tra la disperazione dei familiari e la commozione dell’intera comunità. A ripercorrere la cerimonia funebre è La Repubblica.
Una morte inaccettabile, avvenuta a soli 11 anni, probabilmente a causa della sua partecipazione via social ad un pericoloso gioco. Protagonista di tale challenge persuasiva sarebbe un certo Jonathan Galindo che attrarrebbe bambini e ragazzi istigandoli a compiere gesti estremi fino a giungere al suicidio.
Stamattina, molti si sono riuniti a Napoli in occasione dei funerali, per dare l’ultimo saluto al bambino morto tragicamente. Straziante il dolore dei genitori, svariati i visi dei ragazzini sconvolti dal pianto. Il padre della vittima è intervenuto dicendo: “Nella vita esiste l’imponderabile ed è proprio ciò che è capitato a noi.”
“Mio figlio era un bambino felice. C’è stato quest’episodio solo ma non so perché. Fino a poco prima era sorridente. Tutti mi chiedono cosa è successo ma non so rispondere. Quello che è accaduto a lui non deve più ripetersi.”
Prosegue ricordando il suo bambino: “Era un puro e nella purezza c’è l’ingenuità. Amava andare a pesca. Ecco, forse ha pensato di aver preso un tonno oppure un polipo, invece era un pesce avvelenato. Oggi piangiamo ma domani, pensando a lui sorrideremo. L’imponderabile fa parte della vita, non c’è da averne rabbia.”
Anche la madre ha voluto commentare l’accaduto: “Mio figlio era nato sorridendo, seguiva la vita con fiducia, interesse, ottimismo. Cercheremo di sopportare l’inspiegabile e l’inaccettabile. Proveremo ad affrontare una vita che non è più la stessa ma è pur sempre vita. Lui sarà il nostro passato che illumina. Dio sostenga tutti i bambini colpiti da questo dolore ingiusto.”