Mancano pochi minuti al suono della campanella. Un nutrito numero di mamme e papà attendono l’uscita dei figli all’esterno della scuola Raffaele Uccella di Santa Maria Capua Vetere. Un rito ripreso solo da pochi giorni dopo 7 mesi di cessazione dalle attività in presenza. Una abitudine quasi smarrita dopo l’estate ed un lungo periodo di didattica a distanza.
L’istituto sammaritano al pari degli altri presenti sul territorio ha predisposto tutte le misure per sfavorire assembramenti, applicando al meglio il rigoroso protocollo indispensabile per arginare il contagio tra studenti e personale scolastico. All’esterno regna una calma apparente tra i genitori pronti a caricarsi sulle spalle lo zaino pesante dei figli e riaccompagnarli a casa. Tra una pausa dal lavoro, una commissione e l’altra, ne attendono l’uscita dai 4 differenti varchi organizzati dalla scuola per consentire un lento ma ordinato afflusso e deflusso degli studenti. Anche la campanella suona ad orari differenti per scaglionare nel migliore dei modi l’entrata e l’uscita dall’edificio. Ad oggi l’Uccella non presenta casi accertati di positività.
Nonostante le precauzioni le preoccupazioni dei genitori esistono e come. La situazione in città ha già testimoniato delle criticità. In pochi giorni sono stati verificati già diversi casi di positività nelle scuole cittadine. Al Perla-Principe di Piemonte due contagi, con una classe rigorosamente posta in quarantena. Anche al Liceo Classico una alunna iscritta al primo anno è risultata positiva.
«I ragazzi sono tranquilli – sottolinea una mamma – felici di aver ripreso le attività nonostante non sia semplice indossare la mascherina per 4 ore. C’è ansia – rimarca un altro genitore – ma evitiamo di trasferirla a loro. E’ importante che la scuola sia ricominciata».
I maggiori grattacapi riguardano i giorni a venire. Il timore che presto qualche studente possa entrate a contatto con il virus è una eventualità da scongiurare ma realistica: «Abbiamo paura che possano terminare le lezioni, con un nuovo lockdown – dice un papà – . Speriamo di no. Oppure per un positivo accertato, sappiamo che i tempi burocratici dei tamponi non sono veloci e questo comporterebbe un disagio all’interno della famiglia, per il lavoro e gli impegni che tutti abbiamo».
Durante i mesi di confinamento la scuola italiana ha sperimentato la didattica a distanza riuscendo a mantenere vivo il contatto con gli studenti. Anche la scuola Uccella è riuscita a mantenersi in sintonia con genitori ed alunni grazie alle video lezioni: «Ha funzionato sicuramente, nonostante qualche problemino che va messo in preventivo, come la linea che ha una interruzione per esempio – commenta una mamma -. Dirò di più: chi non aveva disponibilità di un computer a casa è stato aiutato dall’istituto che ha messo a disposizione dei portatili per garantire a tutti il diritto allo studio»