L’andamento dei contagi da Covid-19 in Italia sta destando preoccupazione, tanto da prorogare lo stato d’emergenza ed adottare provvedimenti stringenti. Qualcuno ipotizza che si stiano raggiungendo i livelli di marzo ma in realtà, così come si evince dai dati, la situazione è ben diversa.
In effetti, i nuovi casi giornalieri raggiungono cifre elevate, superando quota 4.000 proprio come a marzo. Facendo un confronto tra il bollettino del 23 marzo e quello di ieri, si contano rispettivamente 4.789 e 4.458 nuovi contagi. Poca differenza, dunque, sussiste tra i dati odierni e quelli risalenti al peggior periodo della pandemia in Italia.
Tuttavia, per poter realmente effettuare un confronto tra marzo ed ottobre bisogna rapportare tale dato al numero di tamponi effettuati. Questi erano: 17.066 al 23 marzo e 128.098 all’8 ottobre. Ieri, dunque, il numero dei tamponi ha superato alla grande quelli effettuati nella giornata di marzo presa in esame. Negli ultimi mesi, infatti, si è puntato molto ad incrementare i controlli per scovare al meglio tutti i positivi.
Per semplificare, parlando in percentuali, il 23 marzo il numero di positivi rispetto ai tamponi effettuati si attestava al 28%. Diversamente, ieri, giornata in cui la percentuale dei positivi sui tamponi effettuati è solo del 3%. Dato che esclude un peggioramento della situazione in fatto di nuovi contagi.
Stesso discorso vale per gli ospedalizzati: al 23 marzo i ricoverati totali erano 20.692 mentre i pazienti in terapia intensiva 3.204; ieri i ricoverati totali erano 3.925 e i pazienti in terapia intensiva 358.
Anche i decessi giornalieri sono poca cosa rispetto ai mesi scorsi. Per fare un esempio, al 23 marzo i morti erano 601 mentre ieri solo 22. Dunque, l’andamento dei contagi da Covid-19 in Italia, seppur preoccupante, non ripropone lo stesso scenario dei mesi passati.