Alla luce delle parole del virologo Andrea Crisanti che ha evocato un nuovo lockdown nel periodo di Natale e Capodanno, si è espresso il chirurgo e viceministro della salute Pierpaolo Sileri. Così come riporta la Repubblica, il viceministro ha così rassicurato tutti:
“Con questi numeri, oggi, è prematuro ipotizzarlo. Il primo dato che ogni giorno vado a controllare è quello dei pazienti in terapia intensiva e 539, censiti a ieri, è una cifra sotto controllo. Ho letto con attenzione quello che ha detto il professor Crisanti e la sua era un’ipotesi avanzata di fronte alla salita dei contagi, una salita incontrollata.
“Oggi non è così. I positivi continueranno a salire, questo è indubbio, ma sarà la gradualità o meno di questa ascesa a motivare gli interventi. Oggi mi sembra più probabile dare continuità a lockdown circoscritti, per aree. A Latina i positivi accertati sono saliti da una settimana all’altra del 155 per cento, e quindi si sono fatte restrizioni forti”.
La stessa tranquillità in proposito è stata espressa dal premier Giuseppe Conte, in ultima analisi, nelle parole spese ieri durante la toccata e fuga a Capri per l’inaugurazione del cavidotto Sorrento-Napoli targato Terna: “Il lockdown sarà possibile laddove c’è una mediocre organizzazione sanitaria territoriale e i malati di Covid si riversano negli ospedali.
“Se in una regione il numero dei positivi mette in crisi Pronti soccorso e Rianimazioni, allora bisogna limitare la circolazione delle persone in quel territorio per alleggerire il sistema. Condivido questa tranquillità. I numeri di ieri sono frutto di un numero di tamponi che al 21 marzo, quando si registrò il primo picco da 6.500 contagi, era pari a un quinto.
“Più tamponi fai, più positivi rilevi, questo è un dato che hanno compreso tutti. I posti letto negli ospedali ci sono, le Rianimazioni sono cresciute, il Piano Arcuri vuole portarle a 14 ogni 10.000 abitanti pensando a una sanità migliore nel post-Covid”.
Tranquillità anche per quanto riguarda la “questione scuola”: “Laddove c’è un controllo rigido, e a scuola c’è, i contagi sono bassi. Scuola, università, seggi elettorali, qui l’Italia ha funzionato e sta funzionando. Bisogna soltanto velocizzare l’introduzione dei test rapidi. È a casa, però, che non bisogna abbassare la guardia”.