Il primario Paolo Moggi, direttore dell’Unità di Malattie infettive dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, ha espresso il suo parere riguardo i provvedimenti da adottare per arrestare la curva dei contagi. Lo ha fatto rilasciando un’intervista a La Repubblica.
L’esperto, già noto per aver concluso con successo un trattamento con Remdesivir, ha detto: “Per la Campania serve un lockdown serale come a Parigi. Che sia, però, più sorvegliato , con le forze dell’ordine nei luoghi dove si creano assembramenti giovanili. Ed è importante sigillare i focolai che scoppiano in condomini, quartieri, zone della città per evitare l’avanzare del virus in una regione fragile per l’alta densità abitativa.”
“Campania e Lombardia sono le regioni che sta soffrendo di più, con enormi differenze perché da noi ci sono meno strutture ospedaliere. Nella prima ondata siamo stati fortunati ma anche bravi a chiudere prima del collasso. Ora il Paese paga gli errori dell’estate, il venir meno delle misure di contenimento e dell’attenzione della popolazione.”
Riguardo la situazione delle strutture sanitarie, il primario Paolo Moggi ha evidenziato: “Gli ospedali sono molto vicini alla saturazione. Possiamo ancora controllare la situazione ma serve l’impegno di tutti. Il sistema regge se tutti fanno la propria parte. Nelle prossime due settimane si decideranno le sorti di questa e di altre regioni critiche quindi si deve compiere il massimo sforzo. Tutto dipende dalla responsabilità individuale, il destino è nelle nostre mani. Mi ricordo una frase apparsa su un muro a Caserta ‘Fase 2, non fate gli scemi’.”
Sull’eventualità di un lockdown generale: “Sarebbe un grosso problema economico. I lockdown devono essere assolutamente mirati, quasi puntiformi. Questo per evitare chiusure generalizzate che il Paese forse non si potrà più permettere ma che non possono essere escluse. Ritengo che l’ipotesi di Crisanti, sulla chiusura a Natale, sia un rischio che deve essere evitato in tutti i modi.”
Ha poi sollevato il problema della movida e il sovraffollamento dei mezzi pubblici per poi concludere dicendo: “Stiamo bruciando tutto il lavoro fatto fino a luglio per errori commessi durante le vacanze.”