Nella consueta conferenza stampa De Luca ha parlato anche della campagna di vaccinazione partita il 1 ottobre e della situazione sanitaria ora in atto oltre che delle scuole chiuse. Il governatore della Campania spiega:
“Abbiamo un numero di terapie intensive che è il più basso d’Italia per numero di popolazione, anche perché siamo stati commissariati ed è anche colpa della Campania. 16 mila dipendenti in meno nel personale sanitario. Avendo fatto già due mesi di prevenzione ci troviamo in un quadro nazionale che ha uniformato tutti i territori. Il dato di oggi è di 1261 positivi su 14 mila tamponi. Ieri abbiamo deciso di fare un’ordinanza con misure rigorose. Quando prendiamo queste decisioni nessuno pensi che sono a cuor leggero, ci pensiamo cento volte. Ieri quando è arrivata la notizia che abbiamo sfiorato i mille contagi abbiamo passato tutta la giornata a verificare e discutere per cercare di capire punto per punto qual era la cosa più utile da fare. Dalle 10 fino alle 18 parlando con gli epidemiologi, con gli esperti della task force, le organizzazioni economiche, sindacali, le camere di commercio, ho parlato con Manfredi, con Speranza, con la Lamorgese, abbiamo fatto tutte le valutazioni possibili e inimmaginabili con il massimo senso di responsabilità. Abbiamo discusso sul mondo della scuola, sui bar, sul commercio, sugli eventi, sui matrimoni. Quello che decidiamo oggi avrà gli effetti sui 20 giorni. Vi prego, comprendete che quando prendiamo una decisione lo abbiamo fatto riflettendoci, nessuna decisione è a cuor leggero lo facciamo nell’interesse delle nostre famiglie. E’ nostro dovere farlo oggi”.
Sulle scuole De Luca ha le idee chiare:
“Abbiamo valutato tutto, classi elementari, asili, università. Noi non abbiamo chiuso le scuole, abbiamo deciso di fare didattica a distanza per 15 giorni. Ma era questa la priorità? Non c’è una priorità quando hai quei numeri, quanto devi contenere l’ondata devi prendere diverse decisioni che insieme servono a contenere il contagio. E’ l’insieme che produce risultati. Dovevamo ridurre al massimo i luoghi di assembramento e cercare di frenare la mobilità sui mezzi di trasporto. E’ un tema delicatissimo. Non faccio commenti e non rispondo a nessuno. I dati sono questi: Napoli 1 su 1000 contagi 120 alunni, Napoli 2 110 positivi, Napoli 3 200 alunni, Caserta 61. Il problema della scuola ha due facce, una interna e una esterna agli edifici. Il più grave è all’esterno, agli ingressi e all’uscita. Non si blocca la didattica diventa a distanza quindi non è corretto parlare di scuole chiuse. Poi vediamo tra 15 giorni. Dovremmo potenziare i trasporti e ragionare su orari differenziati la mattina e il pomeriggio per gli ingressi. C’è un problema con gli asili si sta lavorando per misure che agevolino le famiglie, sollecitiamo il governo per congedi parentali per chi ha bambini piccoli 0-3 anni”.
Sulla chiusura dei locali:
“Non ha una ricaduta significativa, si era pensato di aprire le attività non alimentari solo il pomeriggio. Questo però non avrebbe avuto tanti riscontri. Ma stiamo valutando per attività che moltiplicano occasioni di contagio, abbiamo predisposto la chiusura dei bar alle 23, aperti fino alle 24 solo per quelli in grado di offrire posti a sedere. Quelli che lavorano per asporto e questo determina assembramento nelle strade, saranno chiusi, è vietato stare davanti ai locali e negli orari notturni. Deve essere bloccata la movida, è inutile fare appelli al senso di responsabilità. Abbiamo una percentuale di irresponsabili che non capisce le cose più elementari. Se vogliamo evitare di chiudere l’Italia è indispensabile indossare sempre la mascherina e lavarsi sempre le mani. Non è un sacrificio che non si può fare”.