La Campania si prepara al peggio e tenta di contenere la costante avanzata del Covid-19. Non solo con misure restrittive come la mascherina o la chiusura quasi totale delle scuole. Servono posti letto per i pazienti positivi con sintomi di rilievo che per fortuna sono pochi rispetto al numero complessivo degli ammalati. Le Asl, su indicazione della Regione, stanno convertendo presidi ospedalieri in Covid Center. Da ultimo l’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere che in pochi giorni è stato quasi totalmente smantellato. Da oggi è già operativo per accogliere pazienti positivi al Coronavirus. Cinquantadue posti letti di cui otto di terapia subintensiva.
La decisione ha scosso la cittadinanza – non tutta per la verità – e generato fermento intorno alla decisione che già nel mese di aprile stava diventando realtà. Poi il calo della curva del contagio aveva scongiurato la trasformazione. A maggio nasce il Comitato civico “Salviamo l’ospedale Melorio” che ieri per la quarta volta ha incontrato la cittadinanza per raccogliere le firme e sensibilizzarli sulla questione. In sei mesi di attività ne sono state incassate già mille da portare sul tavolo del sindaco Antonio Mirra.
«Ci siamo mobilitati già da prima che il Melorio diventasse struttura Covid – commenta Marta Fabozzi, portavoce del Comitato -, perché la struttura già era stata ridimensionata negli anni precedenti, con il sigillo di interi reparti. Secondo noi questa azione rappresenta il viatico per la chiusura definitiva. Il Melorio è un presidio che un tempo lavorava bene, non è possibile per noi cittadini vederlo così».
Al nosocomio sammaritano sono rimasti funzionanti solamente i servizi essenziali come la farmacia e il reparto di nefrologia con la dialisi. Chiuso il pronto soccorso e trasferiti i degenti per far spazio ai malati Covid. Venerdì scorso il sindaco nel corso della conferenza stampa tenuta in compagnia del Direttore Generale Regionale dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo, ha rassicurato pubblicamente sul futuro dell’ospedale ribadendo che una volta terminata l’emergenza, il Melorio sarà addirittura rafforzato con una offerta sanitaria rilevante. Ma i dubbi dei cittadini rimangono: «Noi non ci crediamo, non riponiamo fiducia nel sindaco. Abbiamo già i numeri per una mobilitazione, siamo pronti e domenica ci rivedremo in città per una nuova raccolta firme. L’ospedale non deve solo rimanere aperto come un tempo, ma funzionare. Noi ci opponiamo anche a questa conversione – aggiunge Marta Fabozzi – perché sul territorio altri presidi ospedalieri si trovano distanti e se dovesse capitare una emergenza, anche un solo secondo perso ne varrebbe la vita di una persona. Non esiste solo il Covid, ma si muore anche di altre patologie».