Un vero e proprio focolaio è scoppiato a San Giorgio a Cremano, precisamente all’interno di una residenza per suore. Il dottor Roberto Falbo, in servizio presso la struttura in questione, ha deciso di lasciare il lavoro e si è rivolto al quotidiano Roma, intervistato dalla giornalista Rosa Benigno, per spiegarne le motivazioni.
Il sindaco Giorgio Zinno ha aveva annunciato la positività di ben 70 componenti della villa, tra suore e lavoratori. Soltanto due di loro, tuttavia, presentavano febbre e la situazione sembrava essere sotto controllo. Eppure, il Dott. Falbo non era tranquillo e, tramite una lettera invitata al Distretto Sanitario di Competenza e alla Madre Superiora, ha cercato di spiegare che in quelle condizioni non era possibile tutelare le suore dal contagio.
Il suo appello, però, è rimasto inascoltato: “Furono ignorate le criticità che rilevavo, l’assenza di procedure adeguate per frenare la diffusione dei contagi. Ora se le suore sono tutte contagiate non c’è da sorprendersi. Ma adesso può accadere di peggio. I politici non si sono curati di mettere a punto procedure necessarie e, tra 10/15 giorni, vedremo triplicati i numeri dei morti negli ospedali e per le fasce deboli.”
“Nei laboratori deputati a processare i tamponi stanno per finire i reattivi. Qui dormiamo e ben presto saremo costretti a fare un ordinativo speciale a costi aggiuntivi. Avremmo potuto seguire l’esempio del Veneto e renderci autonomi dalle cause farmaceutiche a cui dobbiamo sottostare.”
Sul focolaio scoppiato a San Giorgio a Cremano, all’interno della residenza in cui ha prestato servizio per 43 anni, scrive rammaricato: “Sono molto amareggiato per quanto sta accadendo, ma era prevedibile visto che non si sono prese le giuste misure di sicurezza.”