Nelle ultime ore, sono piovute critiche sull’atteggiamento violento dei manifestanti di Napoli. Nessuno, però, parla della disperazione che anima il popolo, come dimostrano le lacrime di un commerciante napoletano, intervistato da Gaia Bozza di SkyTg24.
Di certo, la violenza va condannata e di sicuro la maggioranza dei napoletani è estranea ai fatti accaduti ieri. Eppure, si sta perdendo di vista la causa principale che ha mosso centinaia di persone a scendere in piazza per rivendicare un proprio diritto: quello al lavoro. Probabilmente ignari di ciò che, a causa di qualche incosciente, sarebbe accaduto di lì a poco.
La realtà è che la nostra città sta soffrendo. Non è soltanto più la paura del Covid-19 a regnare ma un problema altrettanto allarmante: il collasso economico. Una situazione di costante preoccupazione che si legge dagli occhi dell’uomo intervistato, proprietario di un bar nel Napoletano, che pensando alle gravose conseguenze di un secondo lockdown scoppia in lacrime.
Riguardo il rischio di un’imminente chiusura, dice: “Vi direi una bugia, non lo so se oggi è l’ultima. Se questo è l’ultimo giorno è la fine per tutti. Non lo so come andremo avanti perché è molto difficile. La prima volta è stata molto dura, la seconda sarà ancora peggio. Mi dispiace dirlo, abbiamo tutti famiglia.”
La giornalista gli dice: “La vedo preoccupato”. Lui conferma e con la voce rotta dal pianto risponde: “Sì, molto. Molto.”
Le lacrime del commerciante napoletano sono il simbolo della disperazione che sta movimentando operai e lavoratori onesti, coscienti di non poter superare le disastrose conseguenze di un nuovo lockdown.