“Poi ci sono anche quelli che hanno contratto la malattia in forma grave. Nella prima ondata arrivavano troppo tardi in ospedale, ora arrivano in modo precoce e questo facilita le terapie che devono essere soprattutto tempestive”.
Poi parla di Italia come modello durante la prima fase: “Dobbiamo essere tranquilli perché comunque l’Italia sta reagendo in modo positivo. Perché il Coronavirus non è un fenomeno italiano ma europeo e mondiale. Noi abbiamo la brutta abitudine di guardare i nostri difetti prima di confrontarsi con l’estero e noi siamo stati un modello, pur con tutti gli errori commessi nella prima fase”.
Peccato, tuttavia, che gli enormi sacrifici fatti durante il primo lockdown siano stati pressoché vanificati dalla politica che in 4 mesi non è riuscita a potenziare ulteriormente la sanità e soprattutto i trasporti pubblici. Siamo solo alla fine di ottobre e c’è, per esempio, il professor Galli che parla di personale medico a rischio crollo psicologico, mentre il direttore dell’Asl Napoli 3, sconfortato, confessa di non riuscire a dormire la notte per la preoccupazione.