L’ultimo aiuto del governo con il Decreto Ristori, tiene fuori il sostegno ai bottegai di San Gregorio Armeno che hanno scritto una lettera indirizzata sia al governatore della Campania Vincenzo De Luca, sia al presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Dopo il periodo difficile riscontrato a marzo, dove molti di questi artigiani lamentavano un mancato sostegno, ecco che si ripresenta il problema. Questi bottegai infatti vanno incontro ad un futuro più che incerto. La loro attività si svolge prevalentemente a partire da novembre e fino a gennaio sfruttando la festa dell’immacolata e le festività natalizie.
Ogni tipo di restrizione che viene presa nei confronti della città e del paese si tramuta in una riduzione di guadagno che oggi è ai minimi storici per diverse categorie. A San Gregorio Armeno infatti si vive di arte presepiale, ma con il turismo ridotto all’osso e le restrizioni che si susseguono giorno dopo giorno, sta diventando una vera e propria sfida portare il piatto a tavola.
I bottegai di San Gregorio Armeno quindi chiedono un aiuto e vogliono farsi sentire. Per loro non è previsto nessuno sgravo fiscale ma comunque hanno tante spese quali fitto, tasse e contributi. Una situazione davvero delicata che potrebbe anche portare alla chiusura di alcune attività storiche.
Chiedono quindi un aiuto concreto. In caso contrario non solo saranno loro a perderci ma anche la stessa città che vive di arte presepiale ed è famosa in tutto il mondo per quella via che a Natale si riempiva di gente. La strada dei presepi attrae infatti ogni anno migliaia di turisti. Ne potrebbero conseguire disastrosi effetti economici.
Queste le parole nella lettera dei bottegai di San Gregorio Armeno, riportate da ‘la Repubblica’: “Il settore commercianti e artigiani è completamente dimenticato dal governo centrale nell’ultimo decreto Ristori. Nel Decreto Ristori non è stato previsto nessun contributo o sgravio fiscale per questa categoria. Il turismo è completamente fermo e i centri storici sono vuoti. A San Gregorio Armeno la situazione è ancora più grave. La famosissima via dei presepi registra la maggior parte degli incassi nel periodo che va dal 1 novembre al 6 gennaio, mentre nei successivi tre mesi l’affluenza turistica è più bassa.
Le 38 botteghe di San Gregorio Armeno devono sopravvivere per almeno cinque mesi registrando incassi ai minimi storici, spesso pari a zero, dovendo pagare affitti, tasse, contributi e utenze. Tutto questo è insostenibile da parte della maggior parte dei commercianti e artigiani di via San Gregorio Armeno. Urgente fare qualcosa. Altrimenti, molte di queste attività non ce la faranno, e si privi solo a immaginare l’impatto culturale, sociale, economico che ne deriverebbe. Gli effetti potrebbero essere disastrosi”
Ore 19.45…. Non ci resta che piangere Massimo Troisi cit.
Il grande Massimo ci aveva visto lungo! 😢😭Pubblicato da Le Botteghe di San Gregorio Armeno su Domenica 25 ottobre 2020