L’emergenza covid porta con sé una conseguenza devastante in tutta Italia: le terapie intensive sono vicine al collasso. In quasi tutte le regioni, infatti, i posti occupati sfiorano la soglia del 30% definita “critica” dal Ministero della Salute.
Questo è quanto emerge dai dati elaborati dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi Sanitari regionali, e aggiornati al 2 novembre. La media italiana dei posti occupati in TI si attesta al 28%: la situazione si fa allarmante in 8 regioni, che l’hanno ampiamente superata.
La regione più colpita da questa seconda ondata risulta essere la Valle d’Aosta, che ha toccato ormai il 60% di saturazione dei suoi posti letto di intensiva. A seguire troviamo l’Umbria (47%), la Lombardia e la provincia autonoma di Bolzano (42%), la Toscana (39%), le Marche (35%), il Piemonte (34%) e in ultimo la Campania (33%).
Vi sono inoltre alcune regioni italiane in cui le terapie intensive non hanno ancora superato la soglia del 30% di posti occupati, ma sono pericolosamente vicine al collasso. Tra queste ci sono anche la Liguria (27%) e l’Emilia Romagna (25%). La situazione appare leggermente migliore in Puglia, Sardegna e Sicilia, dove si registra un 24% di occupazione dei posti letto di terapia intensiva.
La drammaticità della situazione covid è ormai evidente, in Campania come in tutto il paese. Nella giornata di oggi anche il sindaco de Magistris, commentando la situazione di Napoli, evidenziava quanto la sanità fosse arrivata allo stremo.