Sono molti i negazionisti che durante la pandemia di Coronavirus, nonostante l’evidente gravità della situazione, hanno cercato e stanno cercando di far valere e di dar voce alle loro opinioni, talvolta organizzandosi in vere e proprie “sette” e insinuando complotti. I negazionisti sono dunque stati, giustamente, attaccati più volte. Ma cosa si insinua nella mente di chi nega il Coronavirus e nei negazionisti in generale? A spiegarlo è la biologa e autrice di “Superquark” Barbara Gallavotti, che ha illustrato il processo mentale alla trasmissione “DiMartedì” in onda su La7.
Secondo la biologa, che ha più volte citato il neuroscienziato Miller, il processo mentale del negazionismo “non è tanto dissimile da quello di certe forme di demenza”.
Alla domanda “Chi nega la realtà è in buona o cattiva fede?” Gallavotti ha risposto: “Io credo che il negazionista sia quasi sempre in buona fede. Miller prova a spiegare i meccanismo mentale, da neuroscienziato quale è. Dice: forse interviene un qualcosa che non è tanto dissimile da quello che accade in certe forme di demenza.
Ci sono forme di demenza in cui i sensi comunicano al cervello delle informazioni false sul mondo esterno. E le zone del cervello che ricevono queste informazioni le inviano all’area di cervello che invece è incaricata del pensiero razionale, la quale fa tutti gli sforzi possibili per dare un senso a quelle informazioni, farle sembrare congruenti e di fatto renderle solide. Per cui, chi è affetto da questa malattia può essere convinto di trovarsi di fronte al suo peggiore nemico, quando magari ha di fronte una persona amata.
Secondo Miller, analogamente, quando ci convinciamo di un’idea falsa, quello che succede è che il nostro cervello riceve delle informazioni infondate, le comunica alla parte del cervello dedicata al pensiero razionale e questa le confeziona in modo che siano convincenti. La domanda è: chi è che instilla nella nostra mente questi pensieri senza senso? Nel caso della demenza sono i sensi che danno delle informazioni errate. Nel caso del negazionismo, secondo Miller tutto parte dalla nostra incapacità di distinguere tra una informazione fondata e un’informazione infondata e secondo lui, questa incapacità è dovuta alla mancanza di una cultura scientifica di base, ma io su questo non sono molto d’accordo”, conclude la biologa.