Raffaella Carrà ricorda Maradona: “Nel ’97 finì in galera per colpa mia”
Nov 27, 2020 - Andrea Favicchio
Raffaella Carrà è un’istituzione della televisione italiana così come Diego Armando Maradona del calcio e di Napoli. E proprio i due si incontrarono nel programma “Carramba! Che fortuna”, nel novembre del 1998, dove Maradona fu invitato come ospite per fargli rincontrare tutti i compagni di squadra che avevano vinto lo scudetto con lui nell’annata 1986/87.
Napoli – monumento funebre a Maradona
Come se non bastasse già l’emozione del riavvicinamento dopo 7 anni dal saluto di Diego a Napoli, tutti i tifosi azzurri erano collegati a Piazza del Plebiscito con un maxi schermo per rivedere il loro campione. Su youtube ci sono ancora i video di quell’intensa e commovente puntata.
Raffaella Carrà dopo la notizia della scomparsa del suo amico Diego Maradona ha scritto un messaggio sul proprio profilo Twitter per salutarlo: “Caro, caro Amico mio soffro tanto e prego, ci hai lasciato troppo presto. Ti voglio bene“.
Caro, caro Amico mio soffro tanto e prego, ci hai lasciato troppo presto.
Ti voglio bene.
Querido, querido Amigo mio, sufro muchissimo y rezo por ti. Nos has dejado demasiado pronto!
Te quiero mucho. #diegomaradona— Raffaella Carrà (@raffaella) November 25, 2020
In queste ore invece sempre la Carrà ha rilasciato un’intervista a Il Mattino, a cura di Francesca Bellino, dove racconta il suo primo incontro con Diego e il loro rapporto speciale: ” Diego l’ho conosciuto in Italia nei miei programmi ma, la prima volta è venuto lui da me, nel 1979. Io cantavo in una grande arena a Buenos Aires. Lui avrà avuto 18 anni.
L’arena era piena, non c’era più posto, ma lui tentò comunque di entrare per ascoltarmi. Disse ai poliziotti: “Non sapete chi sono io!”. Lessi questa storia il giorno dopo sul Clarin. Per colpa mia Diego aveva passato una notte in guardina“.
La Carrà racconta poi un episodio accaduto a Sanremo nel 2001: “Un giorno mi telefonò Gianni Minà e mi disse che Diego era a Sanremo. Lo invitai a casa, mangiammo insieme e lui mi confessò che voleva presentare il Festival con me e cantare una canzone. Io, lucidamente, gli dissi che non era il caso.
Era il periodo in cui aveva problemi con l’Agenzia delle entrate italiane. Ti portano via tutto, ti fai del male gli dissi per il suo bene e penso di averlo salvato da una pessima figura sulla stampa italiana“.
Poi pensa alla reazione di Napoli e all’amore per Diego e dice: “È straordinario vedere l’amore della città verso di lui. Per i napoletani Diego non è morto, resta nel loro Dna, sarà per sempre vivo, per i figli dei figli. Lui ha amato Napoli tantissimo e si è fatto amare.
Mi raccontava che quando abitava in città con Claudia e le bambine, anche se viveva a un piano alto, c’era sempre qualcuno che cercava di arrampicarsi per salutarlo. Ammiro Napoli per l’amore che sa dare: un amore che non svanirà mai“.