Vaccino anti-covid, Comitato Nazionale di Bioetica: “Non è esclusa l’obbligatorietà”


Il Comitato Nazionale di Bioetica ha reso noto un documento in cui affronta anche la presunta obbligatorietà dei vaccini anti-covid. Quest’ultimo, intitolato ‘I vaccini Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione’, è consultabile online.

In esso si sottolinea l’importanza di “non ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti.”

Secondo il Comitato: “Il vaccino deve essere considerato un ‘bene comune’. La produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo non deve essere regolata unicamente dalle leggi di mercato. Questa raccomandazione non deve rimanere un mero auspicio, ma piuttosto un obbligo a cui deve far fronte la politica internazionale degli Stati.”

Già il Premier Giuseppe Conte aveva espresso la volontà di rendere la vaccinazione universale e, dunque, accessibile a tutti indistintamente. Anche il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, aveva preannunciato il tentativo di giungere ad un’operazione di massa entro la prossima primavera.

Conte sui vaccini anti-covid 

Vertono ancora numerosi dubbi sull’eventuale obbligatorietà dei vaccini anti-covid. Sono molti gli italiani che, al momento, sembrano intenzionati a non vaccinarsi. Alcuni dubbi provengono anche dagli esperti, come il virologo Crisanti.

A tal proposito il Comitato chiarisce: “Devono essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l’obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa.”

Sulle categorie da privilegiare: “A fronte delle incertezze sui vaccini, il Comitato ritiene che i criteri anche etici per individuare le priorità di categorie non possano in questo momento che essere tendenzialmente generali, da ulteriormente precisare in funzione delle nuove conoscenze scientifiche sul vaccino e della quantità di dosi inizialmente disponibili, sapendo che non sarà possibile curare tutti allo stesso momento.”


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