Per tornare alla normalità serve un anno: vaccino per tutti dopo l’estate 2021
Dic 03, 2020 - Stefano Colasurdo
In attesa del tanto agognato vaccino che verosimilmente sarà somministrato a tutti entro la fine dell’estate 2021, i contagi del covid continuano a ridursi. Lo ha dichiarato il presidente del consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.
Tra la fine di queste mese e l’inizio di gennaio l’Ema si pronuncerà sulla documentazione di Pfizer e di Moderna per i vaccini anticovid. Sarà un momento importante perché se tutto dovesse andare secondo i piani, nella seconda metà di gennaio inizierà la somministrazione.
Ci troviamo di fronte a quella che sarà la più grande vaccinazione di massa del paese e della storia. I primi soggetti che potranno usufruirne saranno il personale sanitario e le persone a più alto rischio come gli anziani o chi ha patologie gravi.
Bisogna però arrivare nel migliore dei modi a questo momento. Il sistema sanitario è infatti, di nuovo, al collasso e bisogna far di tutto per tutelarlo come bisogna far di tutto per proteggere le persone a rischio.
Il vaccino anti Covid somministrato a tutti entro fine estate
Queste le parole di Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore di sanità, riportate da Ansa: “Il 29 dicembre e e 12 gennaio l’Ema si pronuncerà sulla documentazione fornita da Pfizer e Moderna sui vaccini anti Covid. Questo dovrebbe consentire di avere 3,4 milioni di dosi per vaccinare 1,7 milioni di persone. Nella seconda metà di gennaio è previsto l’inizio delle vaccinazioni, poi le dosi disponibili aumenteranno e, entro fine estate o inizio autunno, dovremmo aver completato la somministrazione della più grande campagna di vaccinazione di massa che abbia mai avuto corso nel Paese.
Sulla somministrazione
Si partirà dagli operatori sanitari che lavorano negli ospedali e nelle Rsa, cosa che ha il significato non solo di garantire la loro sicurezza personale, ma anche di dare continuità nei luoghi di lavoro e proteggere le persone che a loro si affidano. Dare priorità a chi ha maggior rischio di sviluppare forme più gravi, visto che l’età media di coloro che decedono per Covid è di 81 anni. Il modo per ottenere una copertura di gregge con circa il 70% della popolazione vaccinata. Ma, per gli operatori sanitari, in considerazione delle osservazioni prima fatte sarebbe giusto prevedere un obbligo vaccinale sin dall’inizio.
Si è riusciti a riportare sotto controllo numeri che mostravano una crescita importante. I dati di ieri mostrano che la percentuale dei tamponi positivi rispetto a quelli effettuati è in continuo calo e si riduce il carico nei posti di area medica e nelle terapie intensive. I numeri dei deceduti sono quelli che più feriscono. Che artigliano le nostre coscienze e le nostre sensibilità, ma è l’ultimo parametro a flettere . Li vedremo ridurre in modo sostanziale dai prossimi dieci giorni.”