Nicola è ritornato al suo posto, a vendere frutta e verdura nell’azienda di famiglia. La Bottega Agricola Belardo di via Italia a Santa Maria Capua Vetere ha riaperto giovedì 3 dicembre dopo giorni di chiusura forzata causa Covid. Ad ammalarsi è anche la moglie e il figlio maggiorenne. Rimane indenne l’altro figliolo Salvatore, il titolare dell’impresa.
Fa fatica a trattenere le lacrime mentre racconta i giorni difficili a casa. Isolato e costretto a contare minuti e ore che passavano lentamente, Nicola non ha mai perso la fiducia di uscirne velocemente e immune da complicazioni. Era preoccupato più per i suoi familiari stretti che per se stesso.
«Ero affaticato, dolori alle gambe. Ho misurato la febbre ed avevo 37.5°, eravamo intorno al 10 novembre. Sono andato in autoisolamento e qualche giorno dopo ho chiamato il mio medico curante – racconta Nicola Belardo -, prendo qualche medicina e successivamente faccio il tampone. In quel momento la febbre era già passata e la tosse scemava, ho ricevuto l’esito il 17 novembre. Ed ero positivo. La procedura è stata celere, per fortuna».
E’ in questo momento che ognuno rimane in casa rintanato nella propria stanza in attesa di effettuare i tamponi al resto dei conviventi. Il figlio Salvatore, unico negativo della casa, rimane in quarantena fiduciaria. Nicola nel frattempo saluta i lievi sintomi, ritorna negativo e passato un ulteriore periodo di confinamento domiciliare riabbraccia la normalità. A casa moglie e figlio minore stanno bene. Asintomatici e pronti a tornare alla vita di sempre tra lavoro e affetti. La bottega rimane chiusa ma i cittadini di Santa Maria Capua Vetere erano stati messi al corrente dalla stessa proprietà con un post sulla pagina ufficiale e con telefonate ai clienti affezionati. Una scelta coraggiosa, apprezzata.
«Dobbiamo continuare a stare tutti attenti, tra poco arriva anche l’influenza stagionale che rimane pericolosa. Ci vuole coscienza, mantenere le distanze, usare la mascherina. Noi abbiamo deciso di comunicare subito il motivo della chiusura ai nostri clienti, non c’era motivo di vergognarsi. Molte persone affette da altri mali, lo nascondono. Chi ci vuole bene, continuerà a venire. In quei giorni abbiamo ricevuto molti messaggi, telefonate, anche da persone che non conosciamo. Abbiamo ricevuto sostegno e affetto. E li ringrazio. Anche il sindaco Mirra ci ha contattati per conoscere il nostro stato di salute. Da stamattina (ieri, ndr), ogni cliente si è fermato a chiedere come stavamo. Tutto è andato per il meglio grazie anche al medico curante che ci ha seguito quotidianamente».