Seconda ondata, sono 70 i Medici morti per Covid


Sale a 70 il numero di medici morti durante la seconda ondata della pandemia Covid: una delle ultime vittime è un medico di Villaricca, Francesco Vista. Un medico di Medicina Generale di Villaricca (NA) che il figlio descrive come un uomo che ha prestato il suo servizio per oltre trent’anni, salvando vite e regalando sorrisi.

Il numero totale dei medici morti durante la pandemia è 249, tra medici ed odontoiatri. Il primo è stato Roberto Stella, deceduto l’11 marzo del 2020. Alcuni sono medici rientrati in servizio per dare un contributo durante questa grave emergenza sanitaria. A comunicare i dati è il presidente della FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Chirurghi ed Odontoiatri, Filippo Anelli.

“È un’escalation drammatica, un pianto senza fine. Ma ora è il momento di asciugarci le lacrime e capire cosa non sta funzionando. Abbiamo già chiesto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, di avviare un monitoraggio, utilizzando gli Ordini come bracci del Ministero sul territorio. Questo afferma il presidente Anelli.

E poi continua: “Oggi abbiamo affrontato la questione in Comitato Centrale. Quello che emerge con prepotente chiarezza è che, in questa seconda ondata, sono soprattutto i Medici di Medicina Generale a pagare il più alto tributo.” 

Secondo il presidente della FNOMCeO il problema è che inizialmente ci si rivolge ai medici di famiglia, esponendoli troppo. Inoltre Anelli invita i cittadini “a recarsi negli studi su appuntamento e a rendersi disponibili, in caso di sintomi respiratori o febbrili, a triage telefonico.”

Tra le cause di questo fenomeno, il presidente di FNOMCeO cita “la maggior circolazione, rispetto alla prima fase, di persone positive asintomatiche o paucisintomatiche, che, anche dopo aver ricevuto l’esito positivo di un tampone, fatto a proprie spese in strutture private, continuano a svolgere una vita normale.

E vanno magari dal medico, tacendo la loro condizione, per paura che la segnalazione alla Asl li porti a perdere un lavoro precario, o per mille altri motivi. O ancora, ricorrono a questi tamponi ‘fai da te’ troppo presto, e, rassicurati da un risultato negativo, non pensano neppure ad avvisare il medico e abbassano la guardia nei confronti dei loro contatti.”

Poi parla anche degli ospedali e di come bisogni fare “un monitoraggio su larga scala dei rischi”. Bisogna, inoltre, far sì che tutti i medici, soprattutto in reparti non Covid, vengano muniti di Dispositivi di Protezione Individuale. Inoltre, un tampone negativo fatto troppo presto può dare un esito sbagliato in quanto il paziente potrebbe essere un falso negativo.

A questo Anelli aggiunge: “È necessario quindi che il personale sanitario si avvicini sempre con le dovute cautele, e sia dotato di tutti i dispositivi di protezione soprattutto nelle situazioni di emergenza-urgenza in cui non è neppure possibile attendere l’esito del test rapido.

Conclude chiedendo: che tutto il personale medico, negli ospedali, sul territorio, negli ambulatori e strutture private, sia sottoposto periodicamente e con frequenza allo screening per Covid-19. La morte di un medico, anzi la strage di medici durante questa pandemia, è una perdita di “competenze, di supporto sociale e sanitario che non si colma dall’oggi al domani”, oltre che una perdita di una persona che possa essere un padre, un nonno, un fratello.

Al medico di Villaricca si aggiungono anche i nomi di: Matteo Rinaldi, Medico di Medicina Generale e geriatra di Genova; Roberto Zambonin, Medico e Odontoiatra di Monza Brianza; Zaraket Mohamad Ali, Medico di Medicina Generale e Odontoiatra di Roma; Roberto Ronci, Medico di Medicina Generale di Anzio; Domenico Mele, anestesista di Foggia, ex primario di anestesia e rianimazione dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari.


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