La Rai propone l’originale ‘Natale in Casa Cupiello’ di Eduardo De Filippo: le differenze tra le due versioni
Dic 23, 2020 - Chiara Di Tommaso
Ha diviso il pubblico da casa ‘Natale in Casa Cupiello’ andato in onda ieri sera in prima serata su Rai 1. La versione cinematografica diretta da Edoardo De Angelis e ispirata all’opera teatrale di Eduardo De Filippo ha registrato il record di ascolti. Doppiata la concorrenza con quasi sei milioni di spettatori. La Rai ha ora deciso di proporre ‘Natale in Casa Cupiello del ’77 su Rai Play.
“Te piace ‘o presepe?”
La storica trasposizione TV del ‘77 di #NataleInCasaCupiello, con Eduardo De Filippo e Pupella Maggio, è disponibile su #RaiPlay.👇🏻https://t.co/TaFgv4VtYj— RaiPlay (@RaiPlay) December 23, 2020
L’indimenticabile versione del ’77 recitata da Eduardo è infatti inimitabile. Ma il film andato in onda ieri non aveva questa pretesa. Impossibile fare paragoni essendo due linguaggi totalmente diversi. Dal teatro si è passati al cinema venendo meno così quella mimica tipica degli attori della compagnia di Eduardo. Tra loro però c’è Marina Confalone, anello di congiunzione tra le due versioni. La scelta poi di Sergio Castellitto, attore romano e non napoletano ha spinto molti a criticare la pronuncia dell’attore non in perfetta lingua napoletana. Il film però non è sottotitolato (a differenza per esempio di Gomorra o l’Amica Geniale) indice che lo scopo di questa versione era arrivare a un pubblico vasto, non solo campano. Generalista appunto.
DIFFERENZE NATALE IN CASA CUPIELLO
Rispetto all’originale c’è un maggior affetto tra i protagonisti oltre che un’analisi introspettiva dei personaggi (si evidenzia il problema di Concetta con l’alcolismo, beve spesso il Rosolio sua valvola di sfogo). Tra le scene spicca quella che vede i fratelli abbracciarsi e quella finale dove tutti si stringono intorno al capezzale di Don Luca che non ci sono nell’originale. Maggior risalto acquista il presepe, con inquadrature ravvicinate che mostrano anche i pastori.
L’ambientazione è diversa, richiama il dopoguerra e la neve del ’56 a Napoli (l’originale era degli anni ’30). Nel film la divisione dei tre atti della commedia viene rappresentata con scene d’esterni. Nella prima con gli zampognari vediamo anche un cameo del regista che compare nel chiedere l’elemosina. Nella seconda Don Lucariello esce di casa per comprare tre pastori, nella terza c’è invece l’abbraccio tra i due fratelli. Inoltre spicca, sin dal primo atto, l’assenza della malattia di Don Luca che sfocerà poi nell’attacco finale mortale. Nessun segno di demenza e difficoltà nell’indossare il pantalone appena sveglio. A molti poi non è sfuggita la scena nella quale Castellitto sputa elegantemente il caffè nella tazzina, mentre Eduardo a terra. Scelta anagrafica diversa anche per i contendenti di Ninuccia, con l’amante molto più giovane del marito.