Vaccino – i Borbone furono i primi a far vaccinare il proprio popolo. Ieri è stata una giornata storica per l’Italia e la lotta al covid, infatti in tutta Europa c’è stato il “V-day“, l’avvio della somministrazione del vaccino anti Covid.
Le dosi iniziali dell’antidoto in questo momento vengo centellinate solamente alla categoria degli operatori sanitari: medici, infermieri, lavoratori nelle Rsa – tutti quelli in prima linea nella lotta. Successivamente e con il passare dei mesi, si pensa in estate, più della metà della popolazione dovrebbe essere vaccinata.
La campagna vaccinale infatti non è stata resa obbligatoria per la popolazione ma, potrebbe diventarlo nel caso in cui la maggioranza dei cittadini non si sottoponesse in maniera volontaria, come hanno già riferito alcuni addetti ai lavori. Obbligatorietà che salvò l’Italia e il Mondo dalla debellazione del vaiolo (unica malattia debellata totalmente dal vaccino).
Se diamo uno sguardo alla storia scopriamo che in Italia all’epoca dei Borbone il Sud e Napoli erano ancora una volta all’avanguardia. Furono quasi un milione e mezzo coloro che (gratuitamente) vennero vaccinati contro il vaiolo nel Regno solo tra il 1777 e il 1832, grazie all’azione di apposite Giunte Vacciniche, di ricerche e pubblicazioni e della chiesa.
Con il Decreto n. 141 del 6 Novembre 1821, Ferdinando I di Borbone sanciva l’obbligatorietà del vaccino nel Regno delle Due Sicilie prevedendo misure punitive per i trasgressori (i parroci dovevano rilasciare ad ogni vaccinato un cartellino attestante l’avvenuta vaccinazione ed avere un registro dei bambini vaccinati della parrocchia).