Il premier Giuseppe Conte ha parlato alla stampa nella consueta conferenza di fine anno. Tanti gli argomenti trattati oggi, dalla libertà di stampa all’equo compenso, un punto con i media che ha visto in apertura un minuto di raccoglimento per le tante vittime causate dalla pandemia. A presentare la conferenza il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, che ha ricordato anche altri importanti decessi avvenuti in questo triste 2020, come Maradona, Gigi Proietti ed Ezio Bosso.
Queste le domande rivolte al premier Conte. Si parte dal mondo politico, con un futuro rimpasto nel governo.
“Dobbiamo dare delle risposte che il paese attende. Oggi è in approvazione la legge di bilancio al Senato, il prossimo passaggio urgente è il ricovery plan. Dopo quella bozza, tecnica, che ha messo sul piatto l’esito degli incontri bilaterali con i vari ministeri e i vari progetti selezionati e arrivati dai territori, dobbiamo fare una sintesi politica. Va fatta nei prossimi giorni, non considero i giorni di festa. Dobbiamo poi riportarla in Consiglio dei Ministri, aprirci al confronto con le parti sociali, mandarlo al Parlamento. E’ un’occasione storica questa, un atteggiamento di critica costruttiva che ci porti ad arrivare a una sintesi. A metà febbraio potremmo presentare il progetto definitivo. In questo momento abbiamo una prospettiva di fine legislatura, stiamo attraversando una pandemia e questo può apparire singolare per il nostro sistema paese. Abbiamo subito la prima ondata e la seconda, siamo riusciti a rafforzare la nostra credibilità in Europa e abbiamo restituito fiducia ai cittadini. Non dobbiamo disperdere questo patrimonio. Questo è un governo nato nel segno politico, se leggete i 29 punti c’è nel nostro dna la transizione digitale, green. Non possiamo permetterci di galleggiare”.
E’ disponibile ad andare in Parlamento a chiedere il voto di fiducia?
“Un presidente del Consiglio non sfida nessuno. L’intera classe politica deve mantenere questo patrimonio di fiducia. Io non ho sfidato Salvini, ho evitato che una crisi di governo si consumasse nel chiuso e in un salotto, sono per la trasparenza. Passaggi chiari e franchi”.
Alla domanda sul piano vaccino, Conte risponde:
“In tutta Europa si è tenuta questa giornata di vaccino in tutti i paesi. Un fatto concreto e simbolico. Vi è stato anticipato dal Commissario Arcuri e dal Ministro Speranza il piano vaccini. Stiamo parlando del primo vaccino disponibile, abbiamo circa 470 mila dosi a settimana, entro gennaio arriveremo a 2 milioni e mezzo. Poi in quel mese si spera nel vaccino Moderna, l’Ema dovrebbe pronunciarsi nei primi di gennaio. L’Italia ha fatto una scelta di grande prova democratica, il ministro Speranza è andato in parlamento e le camere il 2 dicembre hanno trovato il piano vaccino con le categorie prioritarie. In Italia sono quasi due milioni (1,8 milioni) tra operatori sanitari e anziani nelle rsa. A seguire abbiamo dato gli ultra 80 anni (oltre 4 milioni), poi la fascia dai 70 anni (13 milioni) e poi chi ha una patologia cronica (7,4 milioni) e poi a tutti. Io stesso, farei subito il vaccino per dare il buono esempio, non lo farà e rispetterà le categorie prioritarie. I primi risultati veri si avranno quando avremmo un imatio significativo cioè vaccinare 10/15 milioni di cittadini, non credo prima di aprile”.
Sulla scuola:
“Abbiamo approfittato del mese di dicembre per una logica di massima flessibilità. Abbiamo convolto i prefetti per un sistema così integrato che non è possibile bloccare i flussi intorno al mondo scuola come i trasporti. Bisogna integrare i diversi comparti. E’ a valutare città per città, scuola, per scuola tutto. Da ultimo gi orari di ingresso nelle scuole e negli edifici pubblici, bisogna integrare i dati in base alle esigenze locali. Il trasporto è uno degli aspetti più critici, occorrerebbe quintuplicare la flotta dei mezzi, abbiamo investito 3 miliardi per sostituire i bus. Abbiamo stanziato 390 milioni per favorire il noleggio di mezzi privati. Tutte iniziative che vanno messe a terra a livello regionale. Auspico che sul giorno 7 le scuole possano ripartire, almeno il 50% in presenza, nel senso della flessibilità. Se questi tavoli hanno lavorato in modo efficace si sono trovate soluzioni efficaci”.
Sui fondi europei:
“Non siamo riusciti a spenderli, c’è un deficit amministrativo e abbiamo dovuto riprogrammarli. Non possiamo prendere in giro i nostri giovani, sarebbe un fardello che gli affosserebbero se ci indebitiamo ancora”.