Lo scorso 5 Gennaio l’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) Campania, ha rilasciato la classifica delle acque di balneazione della regione. La situazione si presenta stabile dai controlli effettuati a fine 2020.
Ogni anno l’agenzia effettua vari controlli, da un periodo che va generalmente dal 1 aprile fino al 30 settembre. In questo arco temporale, almeno una volta al mese vengono effettuati dei prelievi nelle 328 ”acque di balneazione” per determinare parametri microbiologici Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali, che la normativa impone di considerare per valutare la balneabilità delle acque, in quanto indicatori di contaminazione fecale.
Esclusi dai controlli di balneazione sono ovviamente i rifiuti ”solidi” che riguardano l’aspetto puramente ambientalistico e non chimico. Tuttavia, vengono comunque segnalati all’ente, come anche gli scarichi industriali o colorazione anomale dovute a microalghe.
Sul totale della costa monitorata dall’Arpa Campania, il 97% risulta balneabile: cioè di qualità “eccellente” (90%), “buona” (4%), “sufficiente” (3%). Il 3% risulta, al contrario, non balneabile, essendo di qualità “scarsa”. Restano esclusi dal conteggio circa 60 chilometri di costa non monitorati dall’Agenzia, interdetti alla balneazione in modo permanente, dato che ospitano strutture portuali, militari, foci non risanabili di fiumi e di canali, eccetera.
“Rispetto alla classificazione di fine 2019” – commenta il direttore generale Arpac Stefano Sorvino – “le aree di qualità ‘eccellente’ sono passate dall’88 al 90%”.
La situazione quindi rispetto lo scorso anno si presenta leggermente migliore. A fine 2019 infatti le aree di balneazione si presentavano all’88% nelle aree di ”eccellenza.” Come commenta Sorvino ”Un risultato positivo, che si inserisce in una tendenza di costante, seppur graduale miglioramento, osservata negli ultimi anni.”
Questo lieve miglioramento si deve probabilmente alla scarsità di piogge del 2020. Infatti le piogge abbondanti possono mettere in crisi il sistema di gestione delle acque. Una crisi che continua a colpire gli studi dei prelievi effettuati, nonostante le precauzioni prese.
L’emergenza sanitaria non ha fermato l’Arpac che ha continuato ad effettuare i prelievi durante l’estate 2020 anche se con un leggero ritardo (a maggio 2020) e con le dovute precauzioni anti Covid-19. I dati dei campioni non sono stati alterati.
Infatti come dichiarato dal dirigente della Unità Operativa “Mare” dell’Arpac, Lucio De Maio ”Le misure anti-Covid 19, non dovrebbero aver inciso molto sui risultati del monitoraggio, perché, se è vero che in Campania abbiamo avuto meno turisti, bisogna mettere nel conto i numerosi concittadini campani che hanno rinunciato a vacanze fuori regione, per cui la quantità di reflui civili prodotti non dovrebbe essersi drasticamente abbattuta.”
Tuttavia, sottolinea De Maio, l’emergenza sanitaria ha determinato un notevole sforzo da parte dell’Agenzia che ha dovuto adeguarsi velocemente alle norme contro la pandemia, visto che la stagione di balneazione si è svolta e non si poteva sospendere questo servizio essenziale per la tutela della salute dei bagnanti.
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