Vaccino Pfizer/Biontech: studio prova l’efficacia su variante inglese e sudafricana
Gen 08, 2021 - Gabriella Cretella
Buone notizie dalle verifiche degli esperti. Il vaccino Pfizer/BioNTech è in grado di contrastare le varianti del Covid-19 nate in Inghilterra e in Sudafrica. È quanto affermato da uno studio i cui esiti sono stati pubblicati sul sito scientifico BioRxiv.
La mutazione B.1.1.7, ora chiamata VOC 202012/01, è stata individuata a novembre nel Regno Unito e, secondo l’Imperial College London, potrebbe essersi generata nel sud-est del paese intorno al mese di settembre. Un’altra variante, la 501.V2, attualmente la più diffusa in Sudafrica, è stata rilevata per la prima volta in campioni risalenti a ottobre. Le due varianti del virus condividono la mutazione chiamata N501Y, cioè una lieve alterazione della proteina spike, che è quella che riveste il virus. È attestato che non possiedono un maggior tasso di pericolosità, ma che rendono la malattia ancor più contagiosa.
Lo studio, condotto da Pfizer in collaborazione con la University of Texas Medical Branch di Galveston, si è basato su esperimenti di laboratorio fatti su campioni di sangue di 20 persone vaccinate. Attualmente è in attesa di conferma ufficiale.
Africa e Asia: Covax coordina il piano di vaccinazione per 92 paesi
Il piano di vaccinazioni per i paesi più poveri di Africa e Asia meridionale partirà tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Lo ha dichiarato la professoressa Katherine O’Brien dell’Oms: “In caso contrario – ha affermato O’Brien durante la conferenza stampa di ieri – sicuramente entro metà febbraio”.
La distribuzione dei vaccini per ben 92 paesi sarà coordinata da Covax, programma dell’OMS per l’accesso globale al vaccino anti Covid-19, che per assolvere al compito disporrà di circa due miliardi di dosi. Il progetto, ha spiegato O’Brien, punta a garantire il vaccino per almeno il 20% della popolazione di ogni stato aderente entro la fine dell’anno.