Matteo Renzi, nella conferenza di oggi, ha annunciato le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti, oltre che del segretario Scalfarotto, e ha criticato l’operato del Premier Giuseppe Conte.
“Bisogna parlare con chiarezza. Viviamo una grande crisi pandemica, stiamo discutendo da mesi dei pericoli. Davanti a questa crisi il senso di responsabilità consiste nel cercare di risolvere i problemi non nel nasconderli. La nostra responsabilità è di dare risposte al Paese” – ha esordito.
“La crisi politica non è aperta da Italia Viva, è aperta da mesi. Il salto di qualità lo hanno chiesto anche altri partiti. Abbiamo pensato di risolvere i problemi aperti. Pensare di risolverli con un tweet, con un post è populismo. Proprio perché c’è la pandemia bisogna rispettare le regole democratiche. La democrazia non è un reality show, se ci sono problemi si affrontano nelle sedi delle istituzioni.”
“Alla luce di questo, nell’affermare la fiducia incrollabile nel Presidente della Repubblica e nel ruolo istituzionale che ricopre, noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al Presidente del Consiglio.”
Tra questi si lamenta un problema di metodo: Conte metterebbe in pericolo il proseguimento della democrazia. A tal proposito Renzi spiega: “Non abbiamo permesso a Matteo Salvini di avere i pieni poteri e non lo consentiremo a nessuno. La democrazia ha delle forme e se le forme non vengono rispettate, allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri per dire che il Re è nudo.”
“Questo significa che l’abitudine di governare con i decreti legge che si trasformano in altri decreti legge, l’utilizzo dei messaggi a reti unificate, la spettacolarizzazione della liberazione dei nostri connazionali, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco. Chiediamo di rispettare le regole democratiche. Non accettiamo la trasformazione della democrazia in un grande reality show.”
Intanto poco prima il Premier Conte, parlando con la stampa, aveva dichiarato di essere del tutto aperto ad un confronto. A ciò Renzi ha risposto: “Si discute non negli spot in piazza, non nei post su Facebook ma nelle sedi istituzionali, dove noi dal 22 luglio chiediamo di discutere.”