AGENAS, il monitoraggio sulle terapie intensive: chi rischia la zona rossa o arancione


L’AGENAS, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha reso noti i dati del monitoraggio sul tasso di occupazione delle terapie intensive da parte dei pazienti covid-19. Si tratta di uno degli indici che andrà a confluire nel consueto monitoraggio dell’ISS, in uscita nella giornata di domani, contribuendo, dunque, alla classificazione in zone del Paese. Questo, ed altri fattori, decreteranno il passaggio di alcune Regioni in zona arancione o gialla.

AGENAS: monitoraggio sulle terapie intensive

La soglia d’allerta è fissata al 30% ma sono ancora diverse le Regioni che, stando all’ultimo aggiornamento, oltrepassano tale limite. Tra queste la Provincia Autonoma di Trento (49%), il Friuli Venezia Giulia (39%), l’Umbria (38%), la Lombardia (37%), la Puglia (36%), il Veneto (34%), il Lazio e le Marche (33%).

L’Emilia-Romagna e la Provincia Autonoma di Bolzano raggiungono ma non superano la soglia critica con un tasso del 30%.

Il resto delle Regioni, stando ai dati dell’AGENAS, non rischierebbero la saturazione dei reparti in questione. Si tratta di: Liguria (29%), Piemonte (27%), Sardegna e Sicilia (26%), Toscana e Molise (25%), Abruzzo (21%), Campania (17%), Calabria (16%), Valle D’Aosta (10%) e Basilicata (5%).

La Campania, dunque, presenta un quadro in netto miglioramento dal punto di vista sanitario. Il rischio di passare in zona arancione poteva essere accentuato proprio da un andamento negativo di tale indicatore ma stando ai dati analizzati il rischio di affollamento delle terapie intensive non dovrebbe essere un problema.


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