Mille professionisti, nonché genitori, hanno deciso di rivolgersi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per opporsi alla chiusura delle scuole in Campania. Attualmente, infatti, le lezioni in presenza sono consentite soltanto per scuola dell’infanzia e prime tre classi delle elementari.
Una scelta condivisa da pochi e criticata da quanti considerano ancora pericoloso il rientro in classe, indipendentemente dal grado di istruzione, e chi, invece, propende per un’estensione del ritorno in aula. Tra questi i promotori dell’iniziativa in questione che hanno deciso di manifestare il proprio disagio al Presidente Mattarella.
Nel testo della lettera, stando a quanto riportato da ‘La Repubblica’, si legge: “C’è una gravissima crisi, tra le molte e diverse sofferenze provocate dal covid, che tocca il destino di centinaia di migliaia di bambini al Sud e di cui nessuna istituzione sembra voglia farsi carico. È un tema di cui nessuno pare accorgersi. In Campania le scuole TUTTE (a eccezione di asilo, prima e seconda elementare) sono chiuse da marzo.”
“L’unica breve parentesi (circa 10 giorni) di apertura si è avuta tra settembre e ottobre 2020. Oggi, in tutta Italia, si grida allo scandalo per lo slittamento della aperture delle scuole superiori, ma nessuno parla dei bambini campani che sono a casa da quasi un anno.”
Il Presidente De Luca ha mostrato più volte il suo disaccordo verso un’apertura generalizzata. Proprio nel corso dell’ultimo aggiornamento alla cittadinanza aveva ribadito l’impossibilità di riportare tutti gli studenti in aula. Decisione, poi, sfociata in un’ordinanza che ha esteso la riapertura soltanto alle terze classi della scuola primaria.
Di qui l’ira dei cittadini, genitori di bambini e ragazzi ancora alle prese con la DAD: “Lui ritiene di dover frenare la crescita della curva dei contagi a discapito dei nostri figli, fingendo di proteggerli e facendo presa sulla paura dei genitori. Questi si affidano a lui senza rendersi conto che nel resto del mondo e di Italia le scuole sono aperte.”
“Il nostro Governatore tiene a precisare che ‘le scuole non sono chiuse, c’è la didattica a distanza’. Ma ignora che la scuola è un’altra cosa. Non è solo imparare chi erano i Sumeri e le divisioni a due cifre. La scuola è avere delle regole, ritmi da rispettare, confronto, condivisione, autonomia. Tutto questo un monitor non te lo dà.”
Riportano, poi, le difficoltà di bambini che hanno imparato ad utilizzare la tecnologia ma, probabilmente, non a leggere e scrivere. Costretti in casa, diventando sempre più sofferenti e nervosi: “C’è chi ha disturbi del sonno, chi tic nervosi, chi piange spesso e senza apparente motivo.”
Sulle chiusure, volute anche dai sindaci: “Questo è accaduto solo in Campania (a cui si sono ultimamente aggiunti Molise e Sicilia). In tutto il resto del Paese i bambini non hanno perso un giorno di scuola! Abbiamo sopportato di tutto: in questi ultimi mesi ogni 15 giorni il Presidente campano ci illudeva che avrebbe riaperto. Poi la sera prima del ritorno a scuola tirava fuori l’ennesima incomprensibile e inaccettabile ordinanza con cui prorogava la chiusura.”
Dopo aver fatto il possibile per sollecitare l’attenzione sul tema si chiedono: “Cosa dovrebbe succedere per riuscire a convincerlo di riaprire la scuola? Bar e ristoranti riaprono senza attendere i dati: perché? sono posti più sicuri delle scuole? Anche il Governo si è dimenticato di noi. Azzolina dice che con De Luca non si può parlare. Se non ci riesce lei come possiamo riuscirci noi? Perché il Presidente della Repubblica non richiama al rispetto della Costituzione? Possibile che il calcolo dei bambini si spinga fino a calpestare i diritti dei bambini?”