Si continua ad indagare sulle cause che hanno portato Diego Armando Maradona alla morte e, stavolta, la svolta sembra essere vicina: la perizia calligrafica ha confermato la falsificazione della firma del campione, sul fascicolo della cartella clinica, ad opera del medico Leopoldo Luque. A renderlo noto è ‘Clarìn’.
Maradona, firma falsificata dal medico Luque
Dal 25 novembre, giorno della tragica scomparsa, si è cercato di far luce sulle cause del decesso, non escludendo la pista dell’omicidio colposo. Più volte, infatti, si è parlato di negligenza medica che avrebbe accompagnato Maradona dalla fase post-operatoria fino alla morte.
Il fascicolo in questione, datato 1 settembre, era stato inviato alla Clinica Olivos. Insieme a questo altri due ‘scarabocchi’ sono stati ritrovati a casa del medico indagato.
La verifica è stata condotta da due membri della Corte Suprema di Giustizia di Buenos Aires. Per gli esperti, Mara Castiglia e Liliana Benegas, tali firme: “Rispondono alla tipologia definita falsificazione per imitazione a mano libera della firma di Diego Armando Maradona.”
Per giungere a tale conclusione sono stati messi a confronto i tre scritti ritrovati nell’appartamento di Luque con diversi documenti ufficiali firmati da Maradona. Nel rapporto si evidenzia che: “Le differenze sono rappresentate dalla mancanza di automaticità, rivelata dall’assenza di naturalezza e spontaneità, derivante da un tentativo di replicare un modello autentico.”
Dunque, un’azione che rappresenta un vero e proprio reato. Del resto Leopoldo Luque era sotto indagine già nei primi giorni successivi alla morte di Diego. La sua abitazione fu, infatti, perquisita. Lui si era mostrato addolorato, esprimendo il suo affetto verso il campione e il dolore per la sua morte. A chi lo accusava di aver dimesso Maradona troppo presto, dopo l’operazione alla testa, rispondeva di non poter obbligare Diego.
Angelo Pisani, avvocato storico di Maradona, ha commentato la vicenda sui social, scrivendo: “Avevo visto giusto purtroppo. Ora arriva anche la conferma della giustizia argentina.”