In ‘Mina Settembre’ abbiamo imparato a conoscerlo come Giordano, un barman gentile ed educato che con i suoi preziosi consigli cerca di far aprire gli occhi a Titti. Un personaggio che ha diversi aspetti in comune con Michele Rosiello, l’attore che lo interpreta. Nato a Napoli, Michele ha iniziato giovanissimo ad avvicinarsi al mondo del cinema esplorando la regia e la recitazione attraverso i primi cortometraggi realizzati con gli amici.
“Ero quello che portava la sua handycam in vacanza e si divertiva a giocare col montaggio. Poi ho iniziato a scrivere dei piccoli cortometraggi e costringevo (letteralmente) i miei amici a prendervi parte. E così, insieme ad una gran passione per il cinema italiano del dopoguerra, pian piano da autodidatta ho cominciato ad avvicinarmi a questo mestiere. Un giorno mi son detto: perché non provarci davvero? Prima ho frequentato un corso di recitazione alla Scuola Pigrecoemme di Napoli, poi l’anno successivo coincideva con l’inaugurazione della Scuola d’Arte Cinematografia Gian Maria Volonté di Roma e decisi di prendere parte alle selezioni. Più di 600 ragazzi parteciparono al bando per i 12 banchi del corso di recitazione e davvero non ci contavo. Poi, superate le prime fasi di selezione, ho iniziato a crederci e sono stato scelto. È qui che ho iniziato un duro e profondo (nonché fantastico) percorso di formazione.
Finita la scuola, ho cercato un agente che credesse in me, ho rotto il ghiaccio con la realtà dei provini e con pazienza sono arrivate le prime soddisfazioni. Non nascondo però, che ogni tanto mi rivedo con piacere quei cortometraggi amatoriali girati con estrema incoscienza e spontaneità a 18 anni. In fondo, tutto è partito da lì. Anzi, appena possibile, organizzerò una serata con gli amici per rivederli tutti e sarà una lunga serata perché ne abbiamo girati davvero tanti e spesso alcune storie duravano anche un’ora!”.
In ‘Mina Settembre’ sei Giordano. Come è stato interpretarlo?
“Molto divertente per diversi motivi. Innanzitutto mi ha permesso di approfondire la professione del barman. Sono stato diversi giorni in un locale di amici dove ‘ho rubato’ da veri professionisti energia, gestualità e approccio con i clienti. Nonché come preparare alcuni drink classici! Poi, mi ha divertito la sua ‘scorza dura’ in contrasto con l’animo premuroso e, quindi, il suo rapporto con Titti. Giordano è subito attratto da lei che, invece, lo respinge dal primo istante perché convinta che sia un uomo messo lì dal fratello per tenerla sotto controllo. Il conflitto tra i due personaggi è immediato e diventa interessante seguirne l’evoluzione. Al momento, abbiamo superato il giro di boa della serie e, insieme, la prima fase di attrito tra i due. Titti inizia a fidarsi, ma non riesce a vedere Giordano se non come un buon amico. Lui non molla la presa. Ci tiene a Titti e, al di là di ciò che sarà tra loro, vuole aiutarla ad evitare di prendere scelte sbagliate. In ultimo, è stato divertente prendere parte a questo progetto per il semplice fatto di aver lavorato nella mia città, Napoli, cosa che non mi capitava dalla seconda stagione di ‘Gomorra’. Le mie scene le ho girate per la maggior parte nel locale di Titti, situato a San Pasquale, una zona che da ragazzo frequentavo spesso. C’era ‘aria di casa’, mi capitava di incontrare amici e conoscenti intorno al set”.
Ci sono aneddoti che puoi raccontare dal set?
“Ripenso subito ad una scena andata in onda nella terza serata. Una scena abbastanza complessa perché c’era un lungo dialogo con Valentina, Serena e Christiane. A volte capita di non riuscire a chiudere una scena in una giornata di riprese, ma mai avremmo immaginato che sarebbero trascorsi 7 mesi perché c’è stato il covid. La scena è stata girata in parte a febbraio e la restante completata a settembre. Dunque, per tutti i reparti è stato più complicato del solito il lavoro di raccordo per garantire la continuità scenica. Ma, a vederla in onda, non ho percepito nulla di strano, siamo stati bravi! Un altro episodio ‘simpatico’ è avvenuto nei primissimi giorni di riprese. Avevo fatto un buon lavoro di preparazione come barman, ma decisamente meno pratica col vassoio. In apertura di scena servivo alcune comparse e poi sarebbe iniziato il dialogo. Dico ‘sarebbe’ perché sfortunatamente rovescio il vassoio con i drink sui poveri malcapitati. Ci abbiamo riso su e da quel momento non ci sono stati altri inconvenienti”.
Nella tua carriera professionale hai interpretato diversi ruoli. Da “Gomorra” (Mario Cantapane) a “L’Isola di Pietro” (Il Commissario Alessandro Ferras), poi “La Compagnia del Cigno” (Daniele) ed ora “Mina Settembre”. Cosa porti dietro da ognuno dei personaggi che hai interpretato?
“Può sembrare strano, o forse scontato, ma ogni personaggio è come un nuovo amico che mi tiene compagnia per diversi mesi e quando tocca salutarlo non è mai facile. Mario, Alessandro, Daniele e Giordano sono molto diversi tra loro, ma tutti spinti dallo stesso motore: l’amore. L’amore che costa la vita, l’amore che dura da una vita, l’amore semplice e l’amore complicato. Perciò mi porto dietro un bagaglio variegato d’amore e un pizzico dei loro caratteri distintivi: incoscienza, responsabilità, spontaneità e costanza”.
Le riprese sono durate tanto perché il covid ha interrotto il set sia di ‘Mina Settembre’ che quello de ‘La Compagnia del Cigno 2’. Come è stato convivere con il covid durante le riprese?
“Non è stato semplice e, ancora oggi, faccio fatica ad abituarmi a questa nuova normalità lavorativa. I protocolli sono in continuo aggiornamento, ma su un set non è sempre possibile seguirli alla lettera e ‘all’azione’ noi attori dobbiamo metter via la mascherina e non pensare al distanziamento. Fino a quando non arriva ‘lo stop’ dobbiamo dimenticarci di questo virus maledetto, per evitare che condizioni anche le nostre performance”.
Tu sei napoletano. Cosa ti lega a Napoli?
“Non è facile dare una risposta precisa. Sono napoletano, vivo a Napoli e vivo Napoli. Ne riconosco sia i pregi che i difetti, la amo ma a volte mi fa tanta rabbia. Più semplicemente credo che la mia testa si sia ‘accordata’ alle note di questa città e, quando sono lontano, dopo un po’ sento il bisogno di tornare. Anche solo per una passeggiata. Mi piace correre sul lungomare e perdermi a piedi per il centro storico al mattino presto quando ci sono poche persone e vicoli e botteghe iniziano a svegliarsi. La cosa incredibile è che per quanto conosca bene Napoli, ogni volta scopro qualcosa di nuovo”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“In primavera uscirà la seconda stagione de ‘La Compagnia del Cigno’, dove il mio personaggio e il suo rapporto con Daniele avranno un’importante evoluzione. A breve inizierò le riprese di un nuovo progetto da protagonista lontano da Napoli, di cui non posso ancora anticipare nulla”.