Questa mattina, al Tribunale per i minorenni di Napoli, l’avvocato e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati Hilarry Sedu, di origini nigeriane, è stato vittima di uno spiacevole episodio da lui stesso raccontato.
In aula, prima che potesse dare inizio alla sua discussione sul caso, il giudice onorario lo ha bloccato chiedendogli di mostrare il tesserino.
Non contento, nonostante il titolo del tutto valido, ha posto all’avvocato ulteriori domande, incredulo della veridicità di quel titolo e addirittura dei suoi studi. L’episodio più che al problema del razzismo, secondo Sedu, sembra legarsi all’idiozia e all’incompetenza umana.
Queste le sue parole: “Stamattina, giunto il mio turno per la discussione di una causa, il neo magistrato onorario mi chiede di esibire il tesserino di avvocato, lo faccio. Stupita o stupida mi chiede se sono avvocato poi, ancora, se sono laureato. Vi giuro che non è una barzelletta.”
“Impulsivo come sono, ero tentato di insultarla ma ho voluto mettere davanti il bene della causa da trattare, perché ne vale della vita della mia assistita e della sua bambina. No, non è razzismo, è solo idiozia. È l’incompetenza di un organo amministrativo che non sa scegliere i componenti privati in ausilio della macchina della giustizia. Comunque, cara giudice (onorario), sono anche Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.”
Quanto al giudice, Sedu all’Ansa ha dichiarato: “Andrebbe rimosso. Non è possibile che accadano ancora cose del genere, sintomo di un retropensiero duro a morire.”
Una vicenda che mostra quanto il fenomeno del razzismo sia ancora ampiamente radicato, nonostante i numerosi tentativi di sradicarlo, e di come coinvolga anche contesti di un certo livello professionale. Hillary Sedu ha voluto denunciare l’accaduto ritenendo assurdo il comportamento del giudice. Dalle sue parole trapela tutta l’amarezza provata in quel momento, eppure la sua immensa professionalità gli ha permesso di evitare qualsiasi reazione, pensando soltanto al bene dei suoi clienti. Segno del fatto che non solo è abilitato allo svolgimento alla professione ma, probabilmente, svolge il suo lavoro anche meglio di altri.