Stanno girando in queste ore le immagini del murale di Nino D’Angelo a San Pietro a Patierno, vandalizzato da ignoti. Il gesto è stato accompagnato da una frase eloquente: “I morti si rispettano, non si cancellano“.
La frase in questione fa pensare a un gesto di rivalsa in seguito all’episodio del murale di Luigi Caiafa, cancellato per ordine del Comune di Napoli, che aveva chiesto lo stesso procedimento anche per il murale di Ugo Russo. Si tratta in entrambi i casi di due ragazzi che si sono resi responsabili di una tentata rapina, un gesto che, per circostanze diverse, è costato loro la vita.
Il Comune di Napoli è intervenuto quindi in merito a due opere d’arte che rischiavano di lanciare messaggi di illegalità. Mentre per il murale di Ugo Russo si è pensato a un’evoluzione ulteriore, che modificasse il messaggio trasmesso, quello di Luigi Caiafa è stato completamente cancellato. Da qui sarebbe partito, probabilmente, l’atto di vandalismo nei confronti del murale di Jorit dedicato a Nino D’Angelo.
“La vandalizzazione del murales di Jorit dedicato a Nino D’angelo a San Pietro a Patierno è un atto vile quanto grave“, sottolinea su Facebook Rosario Palumbo, consigliere della Municipalità 8. “In questa ‘guerra dei murales’ adesso più che mai bisogna sottolineare da che parte stare, la #legalità non è un optional e le istituzioni hanno l’obbligo di schierarsi pubblicamente”.
A intervenire sulla vicenda anche il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, che su Facebook ha scritto queste parole: “Colori, varietà, creatività, voglia di raccontare una storia positiva: questo è creare un murales! Non confondiamo una espressione artistica, con uno strumento per diffondere falsi miti. La camorra e la malavita si combattono anche con la bellezza.
Deturpare un murales, dedicato ad uno dei simboli positivi della napoletanità (Nino D’Angelo) e realizzato da un altro artista napoletano (Jorit), entrambi esempi concreti che facendo leva sul proprio talento si riesce ad emergere, è un atto vile e che non ammette giustificazioni.
La camorra risponde ad un intervento dello Stato nella città di Napoli, cercando di appropriarsi di linguaggi e forme d’arte che non le appartengono, che non possono minimamente esprimere il loro pensiero. Perché un murales è arte e bellezza. La camorra no!”.