Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha affrontato nuovamente la questione Coronavirus preannunciando un certo ritorno alla normalità previsto per il mese di giugno.
Già nei giorni scorsi Sileri si era detto favorevole alla riapertura dei ristoranti anche di sera: “Devono, e sottolineo devono, riaprire. Dobbiamo far tornare le persone alle proprie attività, a una vita con una nuova normalità e con nuove garanzie, pronti a fare un passo indietro con l’arrivo di eventuali varianti. Ma almeno fino a quel momento qualche passo avanti dobbiamo farlo.”
Non si è indignato dinanzi alle immagini mostrate durante i fine settimana, con fiumi di gente che si sono riversate per strada: “Nel vedere persone che passeggiano lontano dagli altri e con la mascherina non c’è assolutamente nulla di male. Anzi hanno fatto bene ad uscire.”
Al quotidiano Libero, poi, ha ribadito il suo pensiero: “Stiamo riaprendo perché si sono create le condizioni per farlo. La situazione non è stabilizzata ma ci sono elementi che mi fanno dire che abbiamo scavallato. Entro marzo avremmo vaccinato gli ultra 80enni che costituiscono la maggioranza dei decessi da covid.”
“Mettendo in sicurezza loro, automaticamente si svuoteranno gli ospedali e l’assistenza sarà più agevole. In più, in certe zone sta maturando una certa protezione di gregge. Bisogna fare i complimenti agli italiani che hanno imparato a convivere col virus e difendersi da esso.”
“Da giugno, spero, potremmo tornare a vivere normalmente. I vaccini sono essenziali. Da ottobre sto dicendo che ristoranti e bar possono riaprire in sicurezza. Anche i cinema e i teatri, con meno posti e distanziamento, potrebbero farlo. Ovviamente sempre nel rispetto delle regole e sempre pronti a fare un passo indietro se necessario.”
Il cosiddetto ‘passo indietro’ risulterebbe necessario in presenza di nuove varianti. In Italia sono già state rilevate diverse mutazioni del virus che potrebbero compromettere l’efficacia dei vaccini. Oltre a quella inglese, che si è visto aver una maggior capacità di attaccare i bambini, sono emersi i primi casi di contagio legati ai ceppi brasiliani e sudafricani.
Eppure, per Sileri, risulta necessario un graduale ritorno alla vita di tutti i giorni considerando anche il fatto che ormai il virus non è più sconosciuto ed il peggio sembra passato: “La terza ondata ci sarà perché le riaperture comportano un inevitabile aumento dei contagi. Ma non sarà come la seconda, riusciremo a controllarla senza dover ricorrere a nuove improvvise chiusure proprio perché le persone fragili non si ammaleranno.”
“Quando spingo per riaprire prevale in me il medico, che conoscendo il virus ne ha meno paura dei politici. Contrariamente a quanto si crede, il Governo ha spinto per la chiusura più dei medici. Sicuramente la scienza ha avuto un ruolo preminente nella terapia ma chiusure e vaccinazioni sono state gestite dalla politica.”