Covid – monitoraggio settimanale Gimbe. I numeri dell’epidemia di covid a livello nazionale sono stabili da un paio di settimane, ma quello che ora preoccupa gli esperti sono alcuni indicatori a livello regionale che potrebbero far pensare ad un legame con le varianti.
“Sono spie rosse da monitorare perché potrebbero esserci rapide impennate dei casi, come avvenuto in Umbria dove la situazione è molto critica” – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che oggi pubblica il monitoraggio settimanale indipendente dell’epidemia di coronavirus in Italia.
Dal fronte dei vaccini (1.214.139 le persone che hanno concluso i due cicli, il 2% della popolazione) arrivano le prime evidenze: i contagi tra gli operatori sanitari, i più esposti al virus, sono crollati del 64% da quando è stata avviata la somministrazione della seconda dose.
Covid – i nuovi sintomi del virus
Il monitoraggio conferma nella settimana 3-9 febbraio un numero stabile dei nuovi casi (84.711 contro i 84.652 della settimana precedente). Scendono del 5% gli attualmente positivi (413.967 contro 437.765) e le persone in isolamento domiciliare (392.312 vs 415.234).
Diminuiscono del 9% anche i decessi (2.658 contro 2.922). Sul fronte ospedaliero, calano del 4%i ricoverati con sintomi (19.512) e del 3% i pazienti delle terapie intensive (2.143 contro i 2.214 della settimana precedente).
In 10 Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 9 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, ma i numeri per ora non impattano sulle curve nazionali perché si tratta principalmente di Regioni di piccole dimensioni.
“Situazioni molto critiche come quelle dell’Umbria – spiega Cartabellotta – dove le nuove varianti hanno determinato rapidamente un’impennata dei casi e la saturazione di ospedali e terapie intensive potrebbero improvvisamente esplodere ovunque, visto che le varianti del virus circolano ormai in tutto il Paese“.
Sulla base dei dati disponibili al momento è possibile valutare l’efficacia della vaccinazione solo sugli operatori sanitari, i cui contagi vengono monitorati regolarmente dall’Istituto superiore di sanità. Se i nuovi casi nella popolazione generale sono stabili da 3 settimane, tra gli operatori sanitari si sono ridotti del 64,2%: dai 4.382 rilevati nella settimana 13-19 gennaio, quando è stata avviata la somministrazione delle seconde dosi, ai 1.570 della settimana 3-9 febbraio.