Covid, la variante isolata a Napoli preoccupa: “Può resistere ai vaccini e agli anticorpi”
Feb 17, 2021 - Daniela Dalli
Nicola Normanno, il ricercatore a capo della squadra dell’Istituto Pascale di Napoli che, insieme all’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha individuato la nuova variante del Coronavirus, ha spiegato come si è giunti alla scoperta di questa mutazione del virus sul caso di una persona che è arrivata dall’Africa, durante un’intervista rilasciata a Rainews24.
“Abbiamo scoperto questa variante nell’ambito di un progetto in collaborazione con il gruppo di Giuseppe Portella della Federico II che voleva mettere a punto un protocollo rapido del sequenziamento del genoma. Avevamo ipotizzato già da molto tempo che ci potevano essere delle varianti e quindi abbiamo lavorato per sviluppare un protocollo che ci consentisse di individuare immediatamente dei casi sospetti.
Poi – prosegue Normanno – è avvenuto proprio questo, abbiamo individuato in questo professionista che aveva viaggiato in Europa e nel continente africano e che era risultato positivo al tampone, questa variante che non era mai stata descritta in Italia e quindi l’abbiamo riportata”.
Ma quali sono le caratteristiche di questa nuova variante?
“La variante presenta alcune caratteristiche in comune con la variante inglese e poi ha una serie di mutazioni, di modifiche, soprattutto nella parte del virus che viene utilizzata per ancorarsi alle cellule e quindi queste sono delle varianti che destano qualche preoccupazione perché potrebbero comportare una resistenza agli anticorpi e ai vaccini. Non abbiamo dati da questo punto di vista ma è importante monitorare queste varianti nel tempo, capire come si diffondono e la loro sensibilità ai vaccini che stiamo sviluppando”.
“Quello che sospettavamo, che abbiamo imparato e che stiamo constatando è che di fatto il virus continua a cambiare nel tempo, ma questo l’abbiamo imparato anche dagli studi sui tumori le cui cellule continuano a variare nel tempo. Quindi è importantissimo ora cercare di vaccinare il prima possibile tutta la popolazione mondiale, perché se avremo delle popolazioni non vaccinate, queste saranno delle riserve di virus, in cui è possibile che si vengono a creare nuove varianti”, conclude Normanno.