La corsa al vaccino potrebbe essere accelerata con l’arrivo di un nuovo candidato: quello sviluppato dalla società farmaceutica nazionale statunitense Johnson&Johnson. A confermarlo è l’EMA, European Medicines Agency, che ha ricevuto la richiesta formale di autorizzazione alla messa in distribuzione del farmaco.
L’EMA, tramite un comunicato, ha reso noto che il processo di analisi per dare il via alla distribuzione del candidato seguirà una procedura rapida. L’ente potrebbe esprimersi a favore della società già il prossimo mese. Dal testo, infatti, si legge: “Il comitato potrebbe emettere un parere entro la metà di marzo 2021, a condizione che i dati dell’azienda sull’efficacia, la sicurezza e la qualità del vaccino siano sufficientemente completi e solidi”.
Il vaccino Johnson&Johnson si basa su un meccanismo di protezione reso tramite l’azione di un altro virus (un adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene di produzione della proteina Spike. Quest’ultima, è considerata la porta d’accesso del covid nelle cellule umane.
“Una volta somministrato, il vaccino rilascia il gene della proteina Spike del virus Sars-CoV-2 nelle cellule del corpo. Queste useranno il gene per produrre la proteina Spike. Il sistema immunitario del paziente, in questo modo, riconoscerà questa proteina come estranea e produrrà anticorpi, attivando le cellule T (globuli bianchi) per attaccarla” – spiega l’EMA.
Così, se il paziente vaccinato dovesse entrare in contatto col covid-19 il suo sistema immunitario attiverà quel processo di riconoscimento che servirà a proteggerlo dall’infezione. L’ente precisa, inoltre, che: “L’adenovirus contenuto nel vaccino non può riprodursi e non causa malattie”.
Il vaccino in questione si differenzia da quelli attualmente in commercio per il fatto che necessita di una sola dose e di modalità di conservazione più agevoli. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare una soluzione semplice ed efficace per il maggior numero di persone possibile e di avere il massimo impatto per aiutare a porre fine alla pandemia” – ha affermato Alex Gorsky, Presidente, Consiglio di amministrazione e Amministratore delegato Johnson & Johnson .
Gli esiti delle sperimentazioni condotte, e diffusi dalla stessa società, rivelano risultati incoraggianti. Il candidato vaccino si è mostrato efficace complessivamente al 66% nel prevenire l’infezione da covid-19 da moderata a grave. La funzione protettiva risulta già presente nel vaccinato dopo 14 giorni dalla somministrazione.
Il farmaco, inoltre, si è mostrato efficace all’88% nel prevenire decessi e ospedalizzazioni. La società fa sapere che: “Ha dimostrato una protezione completa contro il ricovero e le morti correlate al covid, 28 giorni dopo la vaccinazione. C’è stato un chiaro effetto del vaccino sui casi covid che hanno richiesto un intervento medico (ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva, ventilazione meccanica, ossigenazione extracorporea a membrana)”.
“Questi risultati di punta con un candidato vaccino a iniezione singola rappresentano un momento promettente. Il vaccino, efficace e ben tollerato, può ridurre in modo significativo il carico di una malattia grave. Offre anche la speranza di contribuire ad alleviare l’enorme fardello posto sui sistemi sanitari e sulle comunità” – ha affermato Paul Stoffels, MD, Vice Presidente del Comitato Esecutivo e Direttore scientifico, Johnson & Johnson.