Con il ritorno in zona arancione i ristoratori campani si ritrovano costretti a chiudere i propri locali. Il passaggio nella fascia di colore giallo aveva fatto tirare un sospiro di sollievo all’intero comparto, seppur con orari limitanti, che nei prossimi giorni sarà nuovamente caratterizzato da un blocco totale.
L’incremento dei contagi ha causato un innalzamento dell’indice di trasmissibilità, facendo slittare la Campania in un livello di maggior rischio. Nelle prossime ore dovrebbe essere ufficializzato il nuovo provvedimento che entrerà in vigore tra domenica e lunedì.
Un cambio di rotta repentino che costringerà il settore ristorativo ad abbassare le serrande da un giorno all’altro. Di qui la rabbia di Massimo Di Porzio, presidente dei ristoratori di Confcommercio Napoli, che all’Ansa ha dichiarato: “Tornare in zona arancione è una mazzata terribile. Stavamo lavorando un po’ a pranzo per pagare i debiti, restare a galla. Una nuova chiusura è difficilissima da reggere per tutti i ristoratori ormai”.
“Non capisco questo accanimento nei confronti di ristoranti e bar. Tutti gli altri negozi restano aperti, tutti possono ammucchiarsi nei grandi store di abbigliamento, nei supermercati. E noi? Ci chiudono. Lo trovo insostenibile. Bisogna rivedere le regole, se chiudiamo di nuovo diventa veramente dura, una tragedia per un settore già in ginocchio”.
Sulla stessa scia anche Gino Sorbillo, noto pizzaiolo napoletano, che lamenta anche la mancanza di preavviso, nonostante i rifornimenti continui e necessari per mandare avanti un locale. Già diversi sono gli imprenditori che, a causa dei repentini cambiamenti, sono stati costretti a chiudere i battenti. L’ennesimo blocco delle attività potrebbe mandare in frantumi altre attività, già reduci da un anno fatto quasi interamente di perdite.
Il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, più volte aveva preannunciato il rischio di finire in zona arancione. Oggi, nel corso del suo consueto aggiornamento alla cittadinanza, non ha escluso la possibilità, per la Campania, di passare addirittura in zona rossa. Ciò produrrebbe un blocco non solo per la ristorazione ed altri settori già fermi da mesi, ma all’intera economia.