Il vaccino anti covid firmato AstraZeneca fino ad ora non ha ricevuto molto lodi, soprattutto dalla Germania dove in alcune zone del Paese è stata sospesa la somministrazione a causa degli effetti collaterali.
Dopo un vociferare di un possibile taglio di dosi a tutta l’Europa, dal presidente e amministratore delegato di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum, arriva una buona notizia per la fornitura dei vaccini. In un’intervista al Corriere della Sera – firmata Laura Cuppini e Luigi Ripamonti -, Wittum ha confermato che l’azienda consegnerà all’Europa 180 milioni di dosi nel secondo trimestre dell’anno, di cui 20 milioni all’Italia.
Nel nostro Paese, inoltre, dovrebbero arrivare entro fine marzo oltre 5 milioni di dosi. In totale, dunque, entro giugno l’Italia dovrebbe avere a disposizione 25 milioni di dosi del vaccino messo a punto da AstraZeneca e Università di Oxford, in partnership con l’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia.
Da pochi giorni, il Ministero della Salute ha innalzato la soglia del limite di età da 55 a 65 anni per la somministrazione del suddetto siero anti covid. Sull’efficacia del vaccino Wittum ha spiegato che dagli studi clinici randomizzati pubblicati a dicembre su The Lancet è emersa un’efficacia del 62% sulla popolazione generale.
“Il 40% dei partecipanti aveva ricevuto la seconda dose a più di 8 settimane dalla prima e questo ha permesso di capire che l’intervallo tra le dosi ha effetti rilevanti. Secondo gli ultimi dati, somministrando la seconda dose a 12 settimane di distanza dalla prima, l’efficacia sale all’82%“, ha precisato l’amministratore delegato, sottolineando che nell’ultimo studio clinico si è osservato come “la protezione dalla malattia grave e dal rischio di ospedalizzazione arrivi al 100% già dopo la prima dose“.
Per quanto riguarda invece l’efficacia del vaccino contro le varianti, Wittum ha dichiarato che l’azienda al momento sta valutando la possibilità di somministrare una terza dose ed è al lavoro su nuove versioni del vaccino.
In riferimento agli effetti collaterali del farmaco, l’ad di AstraZeneca Italia ha precisato che nello studio clinico solo l’8% dei vaccinati ha avuto febbre dopo la prima dose di vaccino. “Seguiamo con attenzione i dati della farmacovigilanza sulla popolazione generale vaccinata: finora non ci sono segnalazioni degne di nota” – ha aggiunto.