In base al nuovo dpcm approvato ieri, i teatri e i musei dal 27 marzo dovrebbero riaprire (aumento dei casi covid permettendo). Un momento atteso da mesi dai dipendenti di un settore in crisi e senza stipendio ormai da un anno. Soltanto qualche giorno l’intero comparto dello spettacolo era sceso in strada per ‘accendere una luce’ su un mondo che sembra dimenticato, poi l’annuncio della riapertura da parte del ministro Franceschini.
Ma non tutti i teatri riapriranno e gioiscono di questa decisione presa dal governo. Infatti date le spese e le restrizioni (capienza ridotta e quindi meno posti), a molti non conviene restare aperti. E’ il caso del Nuovo Teatro Sanità, nato nel 2013 e che si trova nel cuore di Napoli. Il Teatro non ha grandi numeri, ha una capienza di 90 persone, e spiega in un post su Facebook la decisione sofferta di non aprire:
“Dal 27 marzo i teatri potrebbero riaprire, ma per noi è davvero difficile esultare a questa notizia. Facciamo qualche riflessione per spiegarvi il perché. Grazie a chi vorrà condividerla! Non vediamo l’ora di avere la possibilità di accogliere di nuovo il pubblico in sala e di esultare con voi, intanto resistiamo”.
🎭🎉 Dal 27 marzo i #teatri potrebbero riaprire, ma per noi è davvero difficile esultare a questa notizia. Facciamo…
Pubblicato da Nuovo Teatro Sanità su Lunedì 1 marzo 2021
Come si può leggere nella slide, l’apertura in zona gialla prevede una capienza ridotta dei posti del 25%. Nel caso del Nuovo Teatro Sanità si tratterebbe di fare spettacoli per circa 23 persone (25% di 90 è pari al 22,5 posti a sedere). Se si considera il costo del biglietto (12 euro intero, 10 ridotto) il ricavo per uno spettacolo sarebbe di 276 euro lordi. A questa somma però va sottratta la cifra che ogni teatro paga per i diritti d’autore della Siae (la musica durante gli spettacoli) che è di 76,18 euro. Questa cifra, come sottolinea il Nuovo Teatro Sanità, è la stessa nel caso di teatri con capienza di 51 o 300 posti. Rimangono quindi 199 euro circa che vanno poi suddivisi e dati alla compagnia ospite (70%). Resta quindi un 30% al teatro pari a 59 euro da pagare poi con Iva. Il post si conclude così:
“Scusate se non festeggiamo per la riapertura dei Teatri. Scusate se non possiamo permetterci di aprire. Scusate se pensiamo che ancora una volta chi ha più soldi prende più soldi. Scusate se pensiamo che in futuro ci saranno meno piccoli teatri e meno libertà creativa. I Teatri sotto i 100 posti non hanno ricevuto nessun ristoro. Cosa volete? Non aprire un mese per poi chiudere per sempre“.