La variante brasiliana (P1) è presente in Italia nel 4,3% dei casi, dato comunicato dalla Cabina di regia, fattore che allarma in prospettiva futura. Silvio Brusaferro ha affermato che dall’epicentro umbro ha cominciato a spostarsi nelle regioni vicine, Lazio e Toscana. Da qui potrebbe prendere il largo e diventare dominante in Italia, essendo più contagiosa da 1,4 a 2,2 volte rispetto al ceppo originario.
D’altra parte casi sono stati individuati anche in altre regioni. Nel rapporto ISS del 2 marzo 2021 si legge che in Campania è stata già riscontrata due volte, così come in Emilia Romagna. In Lazio e Toscana 19, in Umbria 17, nella Marche 3.
Giorgio Gilestro, neurobiologo e docente all’Imperial College di Londra, su Twitter ha scritto che “Sarà molto interessante vedere come cambiano le percentuali relative nelle prossime 2 settimane. La brasiliana dovrebbe vincere su tutte le altre. Con questi valori di P1 mi aspetto l’Italia sarà isolata a livello internazionale tra una settimana o poco più”, aggiungendo successivamente “mi aspetto che la Brasiliana vinca su tutte le altre ma non già tra due settimane! – quale vincerà tra Brasiliana e Inglese lo vedremo secondo me a agli inizi di Aprile”.
Ma perché, se dovesse diffondersi la variante brasiliana, l’Italia verrebbe isolata dal resto delle nazioni? Oltre alla particolare contagiosità, quello che preoccupa è una presunta resistenza ai vaccini. Mentre per la variante inglese continuano ad essere efficaci, dal Brasile – fa sapere Franco Locatelli del Cts – hanno informato che ci sono casi che si sarebbero reinfettati. Nessuna pubblicazione scientifica ha al momento confermato questa circostanza, il timore però è che sia possibile in quanto la P1 andrebbe a indebolire gli anticorpi, anche quelli prodotti in seguito alla somministrazione del vaccino. Sarebbe necessario, perciò, non solo aggiornare i vaccini attualmente disponibili, ma anche produrli nelle giuste quantità ed il più presto possibile, prospettiva su cui regna l’incertezza visti i già grandi ritardi nelle consegne da parte delle case farmaceutiche.