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“Offese insulse e volgari alla fede cristiana”: vescovo di Sanremo insorge sul Festival

La 71esima edizione del Festival di Sanremo è stata non solo quella più commentata sui social (come ha sottolineato Amadeus), ma anche, senza dubbio, una delle più criticate. Il pubblico cristiano-cattolico, in particolare, ha sollevato un’ondata di polemiche, che sono state raccolte e diffuse dal vescovo di Ventimiglia-Sanremo tramite un comunicato.

A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71esima edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto“, scrive il vescovo.

Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede ‘dei piccoli’, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima“.

Tra i protagonisti indiscussi delle polemiche di quest’anno vi è indubbiamente Achille Lauro, con le sue performance volutamente sconvolgenti. In molti hanno visto l’idea delle “lacrime di sangue” che l’artista versava in seconda serata come un riferimento alla Madonna di Civitavecchia, considerato ai limiti della blasfemia. Tuttavia, anche la corona di spine indossata da Fiorello ha suscitato lo sdegno dei credenti e non solo.

Il vescovo di Sanremo non manca di menzionare anche il comico siciliano nella sua nota, ricordando come, ironicamente, i due nomi che porta siano profondamente legati alla Vergine Maria: Rosario e Tindaro (un omaggio alla Madonna di Tindari voluto dalla madre).

Quanto al premio ‘Città di Sanremo’, attribuito ad un personaggio che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente ‘non in mio nome’“, conclude il vescovo.