Il Festival di Sanremo è l’evento più popolare d’Italia, quello di cui tutti parlano, quello che ognuno guarda anche se non lo ammette. Nulla passa inosservato e qualsiasi dettaglio, seppure minuscolo, assume dimensioni enormi per l’importanza che viene data. L’abbigliamento di presentatori ed ospiti è ciò di cui si parla di più: dagli abiti dei presentatori a quelli degli ospiti, dai più eccentrici come quello di Achille Lauro o particolari come la sirenetta di Orietta Berti, agli accessori. Non è passato inosservato un paio di guanti bianchi indossati da Fiorello, ma non tutti sanno che sono stati ideati e realizzati da una storica azienda di Napoli, Duecci Guanti.
Duecci Guanti oggi è condotta da Simona Colonna, che porta avanti una tradizione di famiglia nata nella città partenopea negli anni ’30. “L’azienda nacque con il bisnonno – spiega Simona Colonna a VesuvioLive -, i guanti all’epoca erano un accessorio indispensabile. Poi è passata al nonno ed al mio papà che diede vita ufficiale alla Duecci, dove “due” simboleggia la nascita delle due figlie e “cci” la famiglia Colonna. Nel 2008 ho avuto il privilegio di prendere le redini aziendali dando vita alla Duecci di Simona Colonna, portando avanti con passione, dedizione, perseveranza quel solco tracciato dai miei avi dell’arte guantai napoletana“.
Cosa significa e quanto è stato importante per Duecci Guanti essere presente a Sanremo con una propria creazione?
Arrivare sul palco dell’Ariston, dove tutte le maison fanno a gara chi vestire, con una propria creatura è stato veramente emozionante, soprattutto quando Amadeus ha detto a Fiorello ” Bellissimi questi guanti”. Siamo stati presenti anche agli Oscar, al Super Bowl, ma essere in Italia e farsi conoscere dal pubblico italiano è tutt’altra cosa.
Che modello è quello indossato da Fiorello?
Fiorello ha indossato il modello “Duca Minimo” ispirato a Gabriele D’Annunzio.
Non ci sono segreti veri e propri, ma occorre tanta passione ed amore per quel si fa e questo credo che occorra in tutto quello che si fa. Ma poi bisogna avere tanta esperienza – questa mi è stata tramandata sin da piccola – e avere la capacità di proiettarla nel futuro con ricerche continue su materiali e tendenze.
Duecci Guanti collabora con alcune delle più importanti e famose case di moda al mondo. Quali sono le sfide che vi trovate ad affrontare?
La sfida quotidiana pre Covid era la mancanza di manodopera specializzata, Ora si è aggiunta questa pandemia che come si sa ha bruciato il fatturato nel settore abbigliamento del 70%. E tra aperture e chiusure purtroppo non si vede uno spiraglio, un pochino ci salvano le vendite online, ma lascia il tempo che trova.
La richiesta più particolare mi fu fatta per una sfilata dove il direttore artistico volle aggiungere a distanza di due giorni dieci paia di guanti. C’era uno sciopero dei corrieri e sono partita in aereo per consegnare a meno di due ore dalla sfilata i guanti, vi lascio immaginare il panico di non farcela!
Quali sono le prospettive dell’artigianato a Napoli e come incide la modernità sul fatto a mano?
Napoli è sempre stata una città dell’arte di arrangiare di manuali e di artigiani. Nel nostre settore basta pensare che l’80% dei guanti artigianali made in Italy viene prodotto nel nostro territorio e siamo apprezzati in tutto il mondo. Ne usciremo sicuramente con delle ferite, ma queste saranno curate grazie alla nostra tenacia e le nostre capacità, visto che non siamo stati aiutati per niente dalle istituzioni. La nostra filosofia è sempre stata e sarà quella di non fare compromessi tra la qualità e quantità e di continuare sempre a lavorare in modo tradizionale. Il futuro sarà sempre online, è questa la sfida.