Libreria “Iocisto”: la cultura è un diritto ma anche un dovere
Lug 22, 2014 - Roberta Errico
Foto: Martina Dursio
Ieri, lunedì 21 luglio, nelle immediate vicinanze della funicolare Centrale c’è stata l’inaugurazione della prima libreria, aperta in Italia, ad azionariato popolare: “Iocisto”.
È stata sicuramente una grande festa: una notte bianca della cultura, emotivamente c’era un gran coinvolgimento popolare, la riappropriazione di un Diritto.
Il Vomero, ha vissuto nell’ultimo anno il suo peggior incubo capitalistico. Supermercati aperti ad ogni angolo di strada, librerie sostituite da grandi negozi che propinano continuamente nuove tecnologie e le due più grandi librerie del quartiere, inesorabilmente chiuse, schiacciate da affitti troppo alti e impoverite dalle poche vendite.
“Iocisto” ambisce a divenire un nuovo polo culturale nel cuore del quartiere collinare con la peculiarità del puntare sulla partecipazione attiva dei cittadini: l’overture di questa avventura è stata elegante e coinvolgente.
Alle 21.00 precise il promotore dell’iniziativa, il giornalista ed ex editore Ciro Sabatino ha dato inizio alla serata, evidentemente emozionato.
A seguire sulle scale di Piazzetta Fuga si sono esibite le ballerine della “Skaramacay Art Factory” e il risultato è stato molto raffinato: bellissimo vedere un pezzo del paesaggio urbano “conquistato” dalla danza .
Due caratteri sembravano avvicendarsi: quella veemente della politica buona e della riscossa popolare e quello evocativo dell’arte.
In seguito un Clown ha ufficialmente aperto la libreria/galleria d’arte di circa 250 mq, dando la possibilità ai visitatori di accedere a piccoli gruppi all’interno dello spazio che per l’evento ospitava una mostra di foto, installazioni e quadri degli artisti Dario Di Franco, Beatrice Zappa, Andrea Alfano.
Infine la serata si è conclusa con le musiche del compositore Mimmo di Francia.
Ora è d’obbligo dirlo, bisogna attendere il giorno dopo. C’è la necessità di credere che una sera d’estate ricca di belle energie possa essere solo l’inizio di un nuovo modo di fare imprenditoria, ma anche di un nuovo modo di essere cittadini.
Le librerie chiudono ( non solo al Vomero, basti contare quelle che non ci sono più nel centro storico di Napoli e le ultimissime diatribe tra i librai “superstiti” e i vigili urbani nella storica Port’Alba) sicuramente per gli affitti troppo alti, ma anche perché non si legge più.
I cambiamenti in atto ci sono, ma siamo in un’epoca strana, in cui la moda si confonde con la necessità e viceversa.