Sulla questione del vaccino Astrazeneca, nuovamente autorizzato dall’Ema dopo la breve sospensione, si sono espressi Nicola Magrini, direttore generale di Aifa, Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, e Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Queste le parole di Nicola Magrini direttore generale Aifa: “Il nesso casuale con eventi rari trombotici non è dimostrato ma saranno avviati ulteriori studi. Questi pochi casi di una certa gravità hanno portato ad una sospensione affinché si potesse avere un primo approfondimento”.
Inoltre ha precisato: “Aifa, nei prossimi giorni, si esprimerà con un documento ufficiale contro ogni uso preventivo o profilattico con farmaci come aspirina e simili, come tachipirina o eparina. Non c’è motivo per fare trattamenti preventivi né post vaccinali per prevenire eventi rarissimi ancora non correlati. Non vi sono vertenze speciali nei confronti di chi assume pillole anti-concezionali”.
Prosegue sulla stessa scia il professor Rezza: “La revoca della sospensione è per noi un grande sollievo perché dobbiamo dare un’accelerazione forte alla campagna vaccinale. A fronte dei rarissimi eventi avversi dobbiamo tener contro del fatto che abbiamo un’incidenza di covid particolarmente elevata nel Paese quindi non rinunciare alla piena espletazione della campagna vaccinale sarebbe estremamente rischioso. Abbiamo voluto sospendere perché i vaccini devono rispondere a massimi criteri di sicurezza”.
“Abbiamo avuto una battuta d’arresto. La campagna ora può rientrare nel vivo anche perché sono attese ulteriori dosi, a metà aprile si renderà disponibile anche il quarto vaccino. Riprendiamo la campagna, cerchiamo di raggiungere un ritmo soddisfacente in modo da coprire la più ampia popolazione nel più breve tempo possibile”.
Conclude il professor Locatelli: “Il vaccino di Astrazeneca dà un profilo di efficacia rilevante in termini di protezione da qualsiasi forma di covid-19, siamo sopra l’80% e arriviamo a valori che si avvicinano al 100% nelle forme più gravi. Non ci sono evidenze che la vaccinazione incrementi il rischio di complicanze trombo-emboliche. Sono 25 casi su 20 milioni di vaccinati. Allo stato attuale non è dimostrabile un nesso di causalità, c’è solo un’allerta rispetto alla segnalazione di questi casi. Ricordiamo che l’infezione da covid-19 è assai più pericolosa anche per lo sviluppo di questo tipo di complicanze”.