Il covid può influire negativamente non solo sui polmoni ma anche sul cervello come conferma uno studio avviato dal Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Statale di Milano e pubblicato sul ‘Journal of Neurology’.
Stando agli esiti riscontrati dai ricercatori, l’infezione causerebbe problemi respiratori anche per il fatto che attaccherebbe i centri nervosi del cervello che controllano il respiro. Nei pazienti affetti da forme gravi di covid-19 è stata rilevata un’alterazione dei circuiti nervosi proprio nel tronco cerebrale che accoglie i centri di controllo della respirazione.
Lo studio si è basato sulla comparazione di pazienti intubati, alcuni affetti da covid e altri colpiti da altre patologie, con soggetti sani. Nei primi è stata osservata una grave disfunzione del cosiddetto riflesso gabellare (un riflesso primitivo provocato da ripetuti stimoli cutanei all’altezza della fronte, ndr) e dunque dei circuiti del tronco cerebrale.
Dunque, gli esperti concordano sulla correlazione tra alterazioni respiratorie e neurologiche. Del resto diversi sono stati gli studi che hanno dimostrato quanto l’infezione da covid incida sull’apparato cognitivo. Alcuni studi avevano messo in luce la presenza di un rallentamento cognitivo, paragonabile a quella comunemente conosciuta come ‘nebbia al cervello’. Significativa, in tal senso, l’esperienza del giornalista Richard Quest che dichiarò di trovarsi in uno stato di confusione permanente nonostante l’avvenuta guarigione.
Si tratterebbe di effetti a medio e lungo termine che non risparmierebbero nemmeno i giovani. La biologa Barbara Gavellotti aveva sottolineato la capacità del covid di influire anche sulle capacità mentali dei giovani. Tuttavia, non si tratterebbe di effetti permanenti.