Quante volte ai telegiornali si sente parlare di malasanità in Campania? Tante, troppe volte! Pazienti giacenti nei corridoi degli ospedali, mancanza di personale, macchinari fatiscenti o inesistenti, tutte cose che mettono in discussione il funzionamento di una sanità troppo spesso nell’occhio del ciclone. Oggi protagonista è la Sanità Vesuviana che, come raccontato in un articolo de loravesuviana.it, continua a vivere uno dei periodi più bui di tutti i tempi.
Non si può parlare in maniera vera e propria di malasanità in questo caso, ma di una situazione scomoda che vede morire centri ospedalieri. La clinica Lourdes,il Park Hospital, l’Ospedale Apicella, tutti posti in un limbo, tutti vivono situazioni analoghe e in certi casi, estreme.
Secondo il sindacalista Bruno D’Angelo le istituzioni continuano a snobbare le potenzialità della sanità vesuviana :“Eravamo dotati non solo di buone attrezzature e ottimi specialisti, ma eravamo i migliori anche dal punto di vista logistico, grazie alla vicina strada statale, senza dimenticare la presenza dell’area di atterraggio per le aereo-ambulanze. I colpevoli di tutto ciò non sono in ospedale, ma in politica”.
Espressioni dure, perentorie, che ben esprimono lo stato di frustrazione in cui sono costretti a vivere gli ospedali vesuviani. Dichiarazioni precise che non si discostano poi molto da quelle pronunciate da Franco Reale, sindacalista CISL, sulla situazione del Park Hospital.
È così si distruggono le realtà locali messe in piedi con sacrificio (anche economico) dalle istituzioni e dai cittadini. Una situazione pericolosa a cui nessuno sembra voler porre rimedio, lasciando così la sanità vesuviana in balia dei problemi e delle difficoltà del caso.