Vaccini, l’Italia ha dimenticato i 70enni: vaccinati di più i 20enni
Mar 23, 2021 - Francesco Pipitone
L’Italia ha dimenticato i 70enni. Dai dati ufficiali resi noti dal Governo circa le somministrazioni dei vaccini per fasce d’età, aggiornati alle ore 6:01 di oggi 23 marzo 2021, si evince infatti che sono 340.817 le somministrazioni a favore della fascia d’età dai 70 ai 79 anni, mentre sono 580.269 quelle a beneficio della fascia dai 20 ai 29 anni.
Un dato simile è dovuto ovviamente alla suddivisione per categorie professionali operate dal Ministero della Salute, infatti i giovani vaccinati (anche quelli delle fasce 30-39 e 40-49) sono per lo più sanitari, docenti ed altri professionisti considerati ad alto rischio. Il problema, dunque, è la lentezza con cui si stanno vaccinando gli over 80 (2.200.082 le somministrazioni agli 80-89 e 592.157 ai +90). Dall’altra parte c’era la raccomandazione di usare AstraZeneca soltanto fino ai 55 anni, con la decisione solo successiva di estendere fino ai 65 ed infine a tutti i soggetti purché le condizioni di salute fossero adeguate.
Un’altra falla, o meglio un elemento che crea disequilibri e disomogeneità, è costituito dalle differenze tra le varie Regioni ed i problemi che alcune stanno riscontrando. Mentre Campania e Lazio, ad esempio, sono già partite con i 70enni, c’è la Calabria che solo due giorni fa ha aperto le prenotazioni online per le persone fragili, o l’eclatante esempio della Lombardia che nonostante una sanità destinataria di fondi estremamente esosi è sotto la media nazionale (80,9% delle dosi somministrate su una media dell’83.8%). Questo si traduce in ritardi nell’avvio delle fasi successive, lasciando scoperta appunto la fascia 70-79 che dopo gli over 80 è quella più colpita dai decessi con Covid-19.