Israele è il primo Paese post Covid-19. Sono esaltanti i dati diffusi dal Ministero della Salute, secondo cui l’indice Rt di contagio è sceso allo 0,6% e continua a diminuire, mentre diminuiscono drasticamente nuovi contagi, decessi e ricoveri in terapia intensiva. La nazione ha avviato domenica scorsa la quarta fase della riapertura delle scuole diminuendo la restrittività delle misure di sicurezza, mentre in Italia e specialmente Campania assistiamo a dibattiti e manifestazioni sulla chiusura degli istituti e la Dad.
Merito di una campagna vaccinale molto efficiente: Israele ha infatti somministrato almeno la prima dose di vaccino al 60% della popolazione, ossia 5,2 milioni di persone, mentre 4,6 milioni ha beneficiato anche del richiamo.
Non solo scuola in presenza ed ospedali che man mano si svuotano, ma pure elezioni governative che si stanno svolgendo regolarmente in queste ore. Anche qui il confronto con l’Italia è impietoso: noi abbiamo rinviato all’autunno le tornate elettorali di primavera.
Israele dunque torna a una quasi normalità, grazie anche al Green Pass, il certificato vaccinale che consente a chi lo abbia ricevuto si svolgere tutta una serie di attività precluse o fortemente limitate nelle altre nazioni. La capienza dei ristoranti, per esempio, è stata portata al 75% all’interno e fino al 100% all’esterno. Sono tornati i concerti e il pubblico negli stadi. Vige ancora l’obbligo di mascherina all’aperto, il quale potrebbe essere rimosso dal mese di aprile.