Supporto psicologico per famiglie: il progetto della Fondazione ‘L’Albero della Vita’ per superare il primo anno di Covid
Mar 24, 2021 - Andrea Peluso
Rielaborare tutti i momenti difficili vissuti nell’ultimo anno a causa della pandemia da Covid-19. Questo è l’obbiettivo principale del nuovo progetto avviato dalla Fondazione ‘L’Albero della Vita’ che ha luogo a Napoli, Milano e Palermo. Si tratta infatti di un supporto psicologico messo a disposizione per tutte le famiglie con minori che vivono in condizioni di vulnerabilità. In questo modo, si cercherebbe di dare la possibilità a genitori e figli di superare appieno la pandemia e il conseguente isolamento sociale.
Supporto psicologico per famiglie: le modalità di incontri
A Napoli sono 60 le famiglie a ricevere il supporto psicologico della Fondazione, principalmente residenti nel quartiere di Ponticelli. Sono 50, invece, a Milano, per la maggior parte residenti nel quartiere Baggio. A Palermo il numero di famiglie seguite sale a 100, le quali vivono in percentuali maggiori nel quartiere ZEN. Secondo il progetto messo in atto, genitori e bambini hanno a disposizione incontri settimanali, individuali per gli adulti mentre in laboratori per i più piccini. Ogni incontro è della durata di due ore per i minori, i quali sono suddivisi per fasce d’età ( 3-6 anni, 6-10 anni, 11-14 anni e 15-17 anni). Momentaneamente, in rispetto delle norme anti-covid e quindi per garantire la massima sicurezza per tutti, gli incontri si svolgono da remoto.
Durante questi incontri, i pazienti rielaborano l’ultimo anno vissuto attraverso la narrazione o il disegno. Tra le tematiche affrontante, sono presenti anche quelle che riguardano l’incertezza sul futuro, l’insicurezza per la crescita dei figli, la gestione dei bambini in casa e, soprattutto, il senso di isolamento. Sottolineato proprio da Giuseppe Di Rienzo, il Responsabile dei progetti in Italia della Fondazione L’Albero della Vita, che a ‘La Repubblica’ dichiara:
“Il senso di solitudine è una condizione che le famiglie in povertà già vivono ed è una delle conseguenze della loro situazione.”
Le famiglie che hanno aderito al progetto, condizionati dalla paura del virus e a causa del terrore dell’altro, amplificando il proprio senso di isolamento. “Grazie al progetto di supporto psicologico abbiamo riscontrato un miglioramento delle relazioni tra i bambini e tra genitori e figli e una maggiore comprensione da parte di adulti e minori di questo momento particolare che stiamo vivendo“- afferma in conclusione Di Rienzi.